Lirici greci: Simonide di Ceo

"C'è una favola..." | "Poi che uomo tu sei..."

"C'è una favola..."

C'è una favola:
abita Virtù su rocche
inaccessibili,

ma oggi,
come dea,
rimane in un sacro luogo.

Non la possono scorgere
gli occhi di tutti i mortali,

ma solo chi,
affaticato,
sprizza sudore dal corpo,
perviene sulla vetta
del valore.

 

 


 

"Poi che uomo tu sei..."

Poi che uomo tu sei,
non dire ciò che avverrà domani,

e poi che hai visto un essere felice,
non dire quanto tempo durerà:

volo di mosca,
che l'ali ha sottili,
non è altrettanto veloce
quanto mutamento di fortuna.

 

 

Hendrik Avercamp - 1609


Simonide nacque nell’isola di Ceo verso il 556 a.C. Viaggiò per tutta la Grecia, apprezzato per la sua arte poetica. Celebre la sua elegia per gli Spartani caduti alle Termopili e il suo carme per la vittoria di Salamina. Trascorse l’ultimo periodo di vita in Sicilia, prima a Siracusa (476 a.C.) e poi ad Agrigento, dove morì nel 468 a.C.

Dell’opera poetica di Simonide, come di tanti poeti contemporanei, sono rimasti solo pochi frammenti, per lo più grazie a citazioni di altri autori. Riguardano specialmente i suoi testi di lirica corale, tra i quali appunto quello "Per i caduti alle Termopili".

Una apparente aura di pessimismo caratterizza i suoi versi, superato dalla celebrazione della morte eroica per difendere la propria patria. L'ammirazione nei suoi confronti fece sì che gli venissero attribuite composizioni poetiche non sue. La fama di Simonide si estese anche a grandi poeti della letteratura latina.


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