“Ogni cosa è vanità” [S.Filippo Neri, 1515-1595] |
"Ogni cosa è vanità" --
Rivelazione cristiana (Card. Giacomo Biffi)
Inconsistenza dei beni terreni (Sonia Andreoli)
1. Se vivessi mille anni, 2. Se ottenessi ogni favore, 3. Se io avessi case e ville, 4. Se a me docil la fortuna 5. Se io fossi un gran sapiente, 6. Ma se vivo da cristiano, 7. Dunque a Dio rivolgi il cuore, |
Israele: le cime innevate dell'Hermon, |
La rivelazione cristiana sull’Aldilà (Card. Giacomo Biffi)
“In passato si parlava spesso di morte soprattutto per far capire l’inconsistenza dei beni mondani e per incutere un salutare timore per la sorte che ci aspetta dopo. Talvolta però la religione era vista come una specie di “forma assicurativa” contro gli eventuali infortuni dell’aldilà” (LPB p. 322s). “Solo l’avvenimento del trionfo sulla morte, cioè l’avvenimento della risurrezione di Cristo, come principio e speranza della nostra risurrezione - può salvare l’uomo dall’avvenimento della morte, può salvare cioè l’uomo dalla sua invalicabile assurdità”(LPB p.324).
Essere salvati dal “nonsenso”, dall’azzeramento di ogni valore, dall’oppressione del nulla (che già svuota ogni atto, ogni impegno, ogni accadimento di questi nostri giorni “infausti e brevi”): ecco la tensione angosciante che si sprigiona, magari tacitamente, da ogni fibra del mistero umano. E non c’è altra risposta se non l’evento pasquale.
gli presenta il Bambino Gesù. [Carlo Cignani, 1715] |
“Come si vede, il cuore del Vangelo di salvezza è perfettamente correlativo al cuore della nostra disperazione, il progetto del Padre è risposta esauriente all’implorazione totale del nostro essere, la vicenda redentrice del Figlio di Dio è commisurata all’inspiegabile e tragica avventura dell’uomo” (LPB p.324).
L'inconsistenza dei beni terreni
(Sonia Andreoli)
Anche chi si definisce "ateo" (letteralmente "senza Dio"), o "agnostico", chi rifiuta ogni "gnosi", nel senso di una conoscenza superiore non attingibile con la normale nostra "ragione", facendo un'analisi attenta non può non essere d'accordo sul fatto che il ricercare la "felicità" nel benessere materiale alla fine non porta a nulla... Quando si pensa di aver raggiunto le più "alte vette" di carriera, successo, potere, magari il supremo grado della "scala sociale", ci si rende conto di desiderare qualcosa di ancora più grande... Più si possiede più si brama possedere, "avere" sempre di più... Non a caso si sa di persone "ricche" che cercano di accrescere ancora il proprio "patrimonio", anche a costo di calpestare altri, senza rendersi conto che, prima o poi, dovranno lasciare qui ogni loro "ricchezza".
Talvolta ci si giustifica dicendo che si cerca di "accumulare" beni per lasciarli in eredità ai propri figli, alla propria famiglia, dimenticando che spesso, a causa di questa ricerca "sfrenata" del benessere, si privano proprio le persone alle quali si dovrebbero dedicare maggiore attenzione e affetto della propria presenza, del proprio tempo...
Quanti giovani, dopo essere usciti dal tunnel della droga o dell'alcolismo, confessano di avere avuto "tutto" - dal punto di vista materiale - dai loro familiari, ma di essersi sentiti "privati" del loro amore e delle loro attenzioni...! Quanti adolescenti, pur avendo avuto i giocattoli più "costosi", avrebbero da bambini preferito giocare con una semplice palla, ma insieme ai propri genitori...! In quante circostanze sarebbe stata preziosa una parola di conforto, o più semplicemente l'essere ascoltati dai propri cari, anzichè vedersi "riempire il portafoglio" perché i genitori si illudevano di supplire così a questa mancanza...!
La felicità - in questo modo - non è possibile raggiungerla, e lo si può constatare, purtroppo, da tanti eventi che la cronaca ci presenta quotidianamente... E' facile capire poi che tutte le vicende alle quali assistiamo e che ci spaventano per la loro crudezza, sono il risultato del pensiero dell'assenza di un'altra vita dopo la fine della nostra esistenza su questa terra...
Così pensando, si vive conformandosi in pratica al celebre "carpe diem" oraziano, inteso come un "cogliere" tutto quello che questa vita ci offre, facendo ciò che più ci piace, senza pensare alle conseguenze che questo può avere nella vita degli altri e anche in noi stessi, in quell'anima che tutti abbiamo ma alla cui natura ben poco riflettiamo...
Molto diversamente, chi ha fede sente la spinta ad avvicinarsi quanto più è possibile a Dio... Come recitano i salmi "L'anima mia ha sete del Dio vivente...", "L'anima mia anela a Te o Dio"...
Con questo desiderio di infinito, di raggiungimento della vera felicità, ecco che cambierebbe in meglia anche la nostra esistenza su questa terra, perché sarebbe vista in funzione dell'"altra" e definitiva esistenza... Ma il Paradiso dobbiamo cominciare a "conquistarlo" da qui, giorno per giorno, e Dio non manca di farcene "pregustare" qualche assaggio... Basta guardare tutte le sue opere nella natura, che noi purtroppo ci stiamo "impegnando" a distruggere... o basta sentire la presenza di Dio nell'aria, nel cielo, nel firmamento...
Contemplare queste bellezze non può non portarci a vedere "Chi" c'è dietro a tutto questo... ma la Fede, quella vera, quella autentica, è una grazia donata dal Signore a chi la ricerca con cuore sincero, e chi l'ha avuta deve sempre pregare affinché sia concessa agli altri, impegnandosi a testimoniare il Vangelo di Cristo non solo a parole ma con la propria vita, "accumulando tesori in Cielo", e ricordando che il denaro e i beni materiali vanno usati solo come mezzi per il nostro cammino su questa terra, ma non avranno mai la possibilità di portarci quella felicità da noi tanto desiderata...
Rivista di S.Giuseppe Moscati: |