Su ali | Testimonianze su "Foglio di collegamento" n.6 - Marzo 1996 |
Per una Nota introduttiva su questi "Fogli di collegamento", contenenti le prime testimonianze su Santa Scorese, vedi: "Su ali d'aquila" - Novembre 1993.
Santa, la mia compagna di viaggio (Padre Anto Rados)
"Un giorno di abbondante pioggia mi recavo di corsa a scuola. All'improvviso mi vidi piombare addosso un camion. Sentii una voce che mi diceva: "Non frenare!". Era lei."
Io non conosco Santa. Mi sono chiesto diverse volte se è giusto o no parlare di una ragazza che non conosco e dopo molto tempo qualcosa che sta dentro di me mi ha spinto ad iniziare ascrivere.
a 22 anni, nell'estate del 1990. |
Io sono uno di quelli "sfortunati" che non ha potuto conoscere Santa mentre stava quaggiù. Ma posso gridare di gioia perché l'ho conosciuta adesso e davvero la conosco.
Di Santa mi hanno parlato i suoi intimi amici, mi dicevano che era una persona che portava il nome giusto, "Santa". Il nome davvero appartiene al suo personaggio.
Dopo queste esperienze del dialogo con gli altri mi sono diretto diverse volte alla sua tomba per scoprire questo personaggio con nome Santa. Oh, se le pietre potessero parlare, dicevo molte volte. Mah!
È successo, Lei ha ascoltato il mio grido e mi ha incontrato. Passavo spesso vicino al camposanto dove dimora il corpo di questa santa, Santa, e se non entravo pensavo a Lei. Mi sono chiesto come mai la penso spesso, comunque è diventata la mia compagna di viaggio: parlo con lei e la ascolto. Posso dire che Lei guida il veicolo e io sto solo presente, direi lei comanda.
Un giomo stavo ritardando a scuola e correvo. Una pioggia abbondante scendeva su questa terra pugliese ormai assetata e secca. A un certo momento sentii una voce che mi parlava: era Lei. "Non frenare!". Avevo un camion di fronte che veniva addosso alla mia macchina e la prima cosa che mi venne di fare fu quella di spingere il freno. Ma di nuovo sentii quella voce che diceva di non frenare. Era di nuovo Lei: Santa.
Dopo davvero la presi come compagna di viaggio, sia nella macchina sia nella strada della vita. Adesso posso dire: io conosco Santa! Grazie Santa perché ti sei fatta conoscere!
"L'importante è amare" [Dal Diario di Santa, Palo del Colle, 22 ottobre 1987]
Il Signore mi sta davvero limando (come dice Carmencita)!
Sembrano tante coincidenze gli avvenimenti di questi giorni, ma mi rendo conto che comunque tutto è sempre volontà del Padre.
Qualche giorno fa ho saputo che il signor Aldo (18) è morto in luglio e che durante la sua malattia, quindi il suo ultimo periodo di vita, nominava solo un nome: Santa. Molto probabilmente sono io quella perché il signor Aldo non aveva nessuno più. Quando ho saputo questo e ho saputo anche che è morto come un cane senza funerale ho sentito congelarmi il sangue.
Ho pensato a quanto amore potrei dare se solo imparassi ad amare liberamente, gratuitamente e nello stesso tempo penso che il Signore nonostante i miei limiti, le mie cadute, mi ama di un amore tanto grande da avere fiducia in me ed usarmi come strumento per realizzare veramente l’unità. Questa vicenda mi spinge a pensare che sono anche, forse, stupidi tutti i problemi che mi pongo: gen o milite etc., che sono solo sigle, ma l’importante, al di là di tutto è amare, ma amare per Lui e solo per Lui.
L’Amore non ha barriere, etichette, ma è l’Amore e basta, che ti entra dentro e che è così caldo che devi trasmettere per forza il suo calore a chi ti vive accanto.
Probabilmente questo è un momento di grazia particolare per me, ma sento che ancora una volta devo buttarmi ad amare, ricominciare proprio morendo a me stessa (19).
Sono sicura che Maria è stata sempre piena di Dio perché ha sempre amato, perché si è annientata in Lui e ha vissuto solo per amore Suo. Allora, posso cercare di essere una piccola Maria, sicura che Lei anche mi è compagna, Madre, amica e che mi ama e forse qualche volta ride del mio modo di essere, di agire, ma in fondo… mi vuole un gran bene!!!
Santa
Vorrei percorrere la strada che mi indichi dal cielo (Marvi)
Non posso raccontare episodi condivisi con Santa: non ho avuto, purtroppo, la possibilità di conoscerla personalmente. Mi è stato possibile farlo solo dopo la sua morte, attraverso "Su ali d'aquila".
Mentre oggi stavo rileggendo proprio quei fascicoli, ho ripensato alla sua breve, ma intensa vita. So che ha adempiuto tutti i suoi doveri di buona cittadina, di buona amica, di buona figlia, ma soprattutto di buona cristiana: se è stata incompleta la sua età, è stata invece completa la sua vita.
Sono convinta che sia stata una ragazza straordinaria: il suo donarsi totalmente a Gesù senza sapere a cosa l'avrebbe condotta, mi fa riflettere molto su come noi ragazzi prendiamo tutto con superficialità, ricordandoci di Lui, a volte, solo nel momento del bisogno.
Tutto questo non poteva esistere in Santa: per lei Dio era certamente al primo posto. Non so se per me sia stato positivo o no il fatto di non averla conosciuta: avrei certamente sofferto per la sua morte, ma nello stesso tempo sarei stata ricca di tutto quello che mi avrebbe donato: lei sì che aveva sempre qualcosa da offrire al suo prossimo. Tutto questo purtroppo non era nei "Suoi" progetti.
Ora che tu Santa sei felice sempre vicina al tuo Gesù, sii il mio Angelo e, nei momenti di maggiore difficoltà, donami la fede ed il coraggio che non ti hanno mai abbandonata, perché, anche se non ti ho conosciuta, ti voglio tanto bene e vorrei percorrere quella strada che tu dall'alto dei cieli mi indichi e sono sicura mi aiuterai a percorrere.
"Sto meditando sulla morte, ma colgo il significato della vita" [Dal Diario di Santa Scorese, Palo del Colle, 24 febbraio 1988
Questi ultimi due giorni sono stati ricchi di spunti per meditare. Già da qualche giorno stavo pensando alla morte e avant'ieri è morta zia Maria.
È stato un grande dolore perché qualche giorno prima ero andata a trovarla in ospedale perché avevo il desiderio di vederla ancora una volta viva e avevo capito che lei sapeva che si stava avvicinando la sua ora.
[Dal Diario di Santa Scorese, 24 febbraio 1988] |
Era stata tanto contenta di vedermi e avrebbe voluto che fossi già medico perché sicuramente l'avrei guarita (così diceva lei), ma poi quando l'ho salutata andando via mi ha chiesto di pregare per lei. Questo mi ha fatto molto pensare.
Mi resi conto, mentre ero in macchina, che non sarei mai in grado di vedere morire la gente sotto i miei occhi senza poter fare umanamente (almeno) qualcosa. Capii che nessuna scienza può strappare l'uomo al suo destino che è un destino di dolore e di morte fisica. Mi sentii impossibilitata, dal lato umano, ad aiutare un altro essere e capii che veramente l'unica certezza che rimane è Dio.
Penso che non riuscirò a diventare medico proprio perché sono convinta che nemmeno cinquanta anni di studio servirebbero a dare delle certezze, delle motivazioni per cui vivere o morire. La mente umana è sempre e comunque limitata. Credo, però, che potrei essere più un medico delle anime, perché sono sicura che se io ho una certezza che è Cristo, allora soltanto potrò dare qualcosa di concreto in cui credere, per cui vivere, lottare e morire.
Non so se è chiaro, ma credo che solo Cristo è in grado di dare un senso alla vita, alla sofferenza, alla gioia e alla morte. Sento come questa certezza che io ho dentro è qualcosa che si può dare senza timori di sbagli, di conseguenze, mentre il medico è limitato dagli studi umani, dalle macchine e quando si trova di fronte alla morte che si prepara la strada cede le armi perché ciò che ha tra le mani e nella testa non sono altro che nozioni, ipotesi, esperimenti riusciti e non.
Penso che queste riflessioni che faccio siano una Grazia per me perché mi fanno acquistare giorno per giorno una libertà interiore simile a quella del gabbiano Jonathan Livingston (3).
E poi, sto meditando sulla morte. Non è un pensiero ossessivo, ma la morte di zia Maria mi fa pensare alla meschinità della nostra vita. L'uomo non ha ancora capito che è stato fatto per cieli più alti anche di quello che vede e che la terra non è altro che solo il "mezzo" per poter conquistare la santità.
Ci affanniamo così tanto a guadagnare, ad andare a scuola, a comprare questo o quello, ma così ci vendiamo solo l'anima (4). Quando arriva la morte non chiede certamente se abbiamo finito di pulire la nostra camera, se abbiamo studiato bene quella lezione, se abbiamo comprato il corredo per i figli: arriva e basta.
Più che altro io non vedo la morte come colei che arriva e toglie tutto, ma questo momento lo vedo come il momento in cui il Signore ti richiama alla Sua Casa e lo fa così come non ti ha chiesto se volevi nascere o no.
Colgo il significato della vita. La vera vita non è questa. Dobbiamo imparare a vivere in funzione di Cristo, puntando solo a Lui, non perché abbiamo paura della morte, ma perché dobbiamo prendere coscienza che essa non ci appartiene e se sentiamo che è nostra lo è solo perché il Signore c'è l'ha data e lo ha fatto perché abbiamo la possibilità di santificarci.
Ringrazio il Signore che mi ha dato un cuore e una mente sensibile da poter cogliere (ma non sempre) quello che Lui cerca di dirmi e soprattutto lo ringrazio perché mi parla.
L'offerta di Santa porterà frutti (Gianna Marinelli)
Cuneo, 15 agosto 1993
Cara signora Scorese,
le sono molto riconoscente per aver avuto il delicato pensiero di mandarmi in visione, tramite mia nipote, la videocassetta sul sacrificio della sua carissima Santa.
Conoscevo già il suo dolore attraverso "Città Nuova" e me ne aveva parlato anche mio figlio, che fa parte dei Gen. Abbiamo visto il filmato con molta commozione. Le parole umane servono a poco, ma credo che quelle di Chiara Lubich possono esserle di grande conforto.
Santa ha dato la vita e, sicuramente, un'offerta così grande porterà frutti che non possiamo neppure immaginare, e che forse solo il Signore saprà. Certo, una morte così non si improvvisa, e la cassetta evidenzia bene l'atteggiamento di disponibilità generosa che Santa aveva verso tutti, ed anche la sua intensa vita interiore.
La prossima volta che verrò a Bitonto sarò molto lieta di incontrarla, per conoscerla e per pregare insieme. Per ora la abbraccio con affettuosa amicizia e unità grande, e raccomando i miei figli all'intercessione di Santa.
Ancora grazie di cuore.
"Sentiamo Santa tanto vicina" (Eletta Fornaro)
Mariapoli romana, 13/9/1995
Gentilissima famiglia Scorese,
ci scusiamo con voi per non avervi scritto prima, per ringraziarvi dei fogli di collegamento tra gli amici di Santa.
Abbiamo avuto mesi di intenso lavoro per preparare il Genfest, che avrete seguito anche voi alla televisione. È stata un'esperienza bellissima di "mondo unito", già realizzata al Palaeur e con quanti collegati in tutto il mondo.
I frutti sono stati abbondantissimi. Affidiamo a Santa tutti questi giovani, perché siano artefici di unità come lei.
Sentiamo Santa tanto vicina ed avvertiamo tutto il suo aiuto ed amore. Vi assicuriamo la nostra unità e vi salutiamo con affetto.
La benedizione del Santo Padre Giovanni Paolo II
Segreteria di Stato - Città del Vaticano Dal Vaticano, 4 maggio 1991 Preg.mi Signori, è pervenuto al Santo Padre il ricordino della figlia Santa, che le Loro Signorie hanno desiderato inviarGli recentemente, insieme con alcune notizie della sua vita interiore, piena di amore al Signore ed alla Vergine Immacolata. Sua Santità, partecipe della viva sofferenza del loro cuore, supplica la benevolenza divina perché colmi di pace e di gaudio la cara estinta e accresca nell'intera famiglia, con le certezze eterne, offerte dalla fede, la speranza ed il coraggio cristiano. A Loro, come a tutti i congiunti ed ai conoscenti della figlia, il Sommo Pontefice imparte con affetto la confortatrice Benedizione Apostolica, unendo il dono di una Corona del Rosario da Lui benedetta. Con sensi di distinta stima Card. Angelo Sodano |
Piero e Angela Scorese, genitori di Santa, sono stati ricevuti in udienza speciale da Giovanni Paolo II
|
"Cantiamo saltellando al Signore che veglia sulle nostre giovinezze" (Paola Zaccheo)
18 Marzo 1990 - È uno splendido pomeriggio assolato.
Comunità Terapeutica Lorusso-Cipparoli. Concludiamo un corso di volontariato. Con Santa sottobraccio passeggio per il lungo viale.
La conosco appena. E mi fa già lezione di canto: mi piacerebbe tanto imparare "la canzone del deserto" che si canta nella tua parrocchia…
Santa accetta l'invito... "Io l'attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore - dice il Signore..."
Cantiamo, saltellando qua e là, al suo e mio Signore che veglia sulle nostre giovinezze con amore di Madre...
Ora mi piace ricordarla così.
"...Io sarò per te come rugiada...", sì... "avvolta dall'incanto di Dio, dalla sua sconfinata Bellezza".
"Il fiore che placa" (Caterina)
Foto di Elisabetta Nardi |
Ripensando a Santa...
Sii il fiore che placa... Tu divieni la pace |
Redattori e collaboratori del "Foglio di collegamento" di Marzo 1996: Caterina De Filippis, Mario De Filippis, Stefania Lasalandra, Marvi, Pasquina Monopoli, Padre Anto Rados, Isabella Savino, Rosa Maria Scorese, Giusy Sivilli, Dino Tarantino, Paola Zaccheo.
Nota - Questo è l'ultimo dei "Fogli di collegamento" pubblicati. Avendo infatti la Diocesi di Bari ritenuto opportuno iniziare il Processo Diocesano in vista della Causa di Beatificazione, la stessa Diocesi ha consigliato la sospensione di questo bollettino, avocando a sé la raccolta delle testimonianze e la pubblicazione degli Scritti di Santa Scorese.
"Su ali d'aquila" n.5 - Marzo 1995 |
"Orizzonti dello Spirito" |