Gioia di vivere Carmencita Picaro |
[Pubblicato su Milizia Mariana, Maggio 2008]
“Se vedi una persona saggia, va' subito da lei. Il tuo piede logori i gradini della sua porta" (Siracide 6,36). Il nostro mondo ha bisogno di saggezza... senza età, sedimentata in uomini e donne spiritualmente maturi. Queste persone hanno un nome, un volto, una storia, una strada, una meta. Testimoni di ieri e di oggi, affascinati da Cristo, ne hanno assorbito vita, stile, desideri, passione! Come Lui hanno imparato ad incarnare la "follia" dell'amore di Dio per il mondo e sono giunti ad amare fino a... morire d'amore!
Santa Scorese nasce il 6 febbraio 1968 a Bari, dove vive con i genitori e la sorella maggiore. Conseguita la maturità classica, si iscrive all'Università e frequenta la Facoltà di Pedagogia. Nel 1987 si trasferisce con la famiglia a Palo del Colle (Bari), dove intensifica il suo impegno sociale e apostolico. Impegnata in diversi movimenti ecclesiali, è in rapporto privilegiato con i Focolarini e le missionarie dell'Immacolata - Padre Kolbe, che frequenta assiduamente. Consacrata all'Immacolata secondo la spiritualità di S.Massimiliano Kolbe, vive con coerenza questo ideale, che comunica con vivacità a molti altri giovani. Il cammino di Fede diventa anche ricerca della volontà di Dio e desiderio di consacrarsi totalmente a Lui. Una ricerca che si svolge in uno stato di continua tensione, perché dai primi mesi del 1988 un giovane psicopatico la segue dappertutto, sottoponendola ad un ossessivo e preoccupante corteggiamento. Santa è costretta a farsi accompagnare ovunque. Malgrado le precauzioni, il 15 marzo 1991 si compie il tragico epilogo: al riparo della notte, quel giovane l'aspetta sotto il portone di casa e la colpisce mortalmente, stroncando la sua giovane esistenza. Santa muore poche ore, il 16 marzo, al Policlinico di Bari. Aveva ventitré anni. [Biografia completa: Carmencita Picaro "Anche sul mare volano le aquile", Edizioni dell'Immacolata, 2004.] |
In questo stesso mistero d'amore, la giovane Santa Scorese (1968 - 1991) ha inserito la sua avventura di santità e ha tratto motivo e forza per la sua maturazione umana, di fede e per la completa donazione di sé. Ma chi è questa ragazza? Perché parlare di lei? Santa Scorese è una giovane della quale la Chiesa si sta interessando per verificare e confermare il "cammino di santità". Questa "Serva di Dio", di cui è in corso il processo canonico per la beatificazione, è per tutti noi una conferma ulteriore della forza che promana dalla Vergine, Madre di Dio e nostra, capace di formare dei santi anche in questo terzo, difficile millennio.
Pochi frammenti raccolgono la sua breve ma intensa vita. Breve, perché è stata uccisa a soli ventitré anni. Ferita a morte il 15 marzo 1991, mentre tornava a casa, da un giovane maniaco che da tempo la perseguitava, muore nelle prime ore del 16 marzo 1991.
Una vita intensa
La famiglia, gli amici, il Liceo classico, la Facoltà di Pedagogia. Azione Cattolica. Volontariato nella Croce Rossa. Coro del Movimento dei Focolari. E poi... vita "in Maria", sulle orme di San Massimiliano Maria Kolbe: formazione mariana nello studio e nella preghiera, evangelizzazione, visita agli anziani soli, aiuto alle famiglie in difficoltà, catechismo, ricerca vocazionale per rispondere all'invito di Gesù: «Tu, vieni e seguimi!», che sempre più sentiva vivo in sé e, infine, morte improvvisa nel segno del martirio.
Una vita vivace
Così la ricorda la sua amica Maria: "Con Santa mi trovavo bene perché era una ragazza dinamica, viva, allegra, piena di iniziative e di idee, con cui era facile socializzare e condividere esperienze. Apprezzavo Santa per la sua semplicità, schiettezza, ma anche per la sua caparbietà, ostinatezza nell'affermare i suoi principi, i suoi valori. Non cedeva di fronte a chi la contrastava, ma reggeva il confronto, sostenendo con fermezza le sue tesi. Santa non si lasciava calpestare da nessuno, ma non calpestava nemmeno gli altri, anzi era sempre pronta ad intervenire, quando c'era da difendere, per giusta causa, qualcuno.
Il profondo senso di religiosità che avvertivo in lei non era soltanto il recarsi in chiesa, prima di andare a scuola, ma era un sentimento religioso dinamico, attivo, pratico, che si evidenziava subito nei rapporti che riusciva a creare con gli altri. Questa per me è stata Santa: un'amica con cui ho parlato, riso, litigato, cantato, discusso; un'amica con cui sono cresciuta, ho imparato a vivere."
Una vita in Maria
Santa parla spesso della sua esperienza mariana, sia quando vive situazioni positive sia quando la prova bussa alla sua porta. Tra le tante espressioni, ne riportiamo alcune che lei stessa scrive in lettere diverse.
"Noi abbiamo un grande ideale che è l'Immacolata! E chi meglio di Lei può esserci maestra nel nostro viaggio? Pensa, il nostro cuore è dell'Immacolata ed è sicuro che non andrà perduto, ma anzi Lei ci condurrà a Cristo! Sono queste certezze che ci devono fare andare avanti, anche controcorrente; e vale la pena di giocarsi l'esistenza per il Regno dei Cieli!"
"Veramente, se Maria non mi avesse preso per mano, ora non sarei qui a "soffrire e offrire" questi dolori; ma avere Lei come punto di riferimento, come guida, mi dà la certezza di non essere sola e che il dolore porta sempre i suoi frutti. Non è forse diventata mia Madre proprio sotto la croce? Non so a cosa e a chi potrà servire la mia sofferenza, ma sono pronta ad offrirla perché Dio saprà trasformarla in gioia".
Una vita in ricerca e in preghiera
Realtà che cogliamo anche da questa sua preghiera:
«Vorrei vivere come un giglio, godere dell'abbondanza che dai, del caldo sole dell'estate, delle prime piogge di autunno, del gelo dell'inverno e del canto degli uccelli di primavera! Vorrei essere una vela che solca i mari, gli oceani, che si perde completamente nella Tua immensità. Vorrei avere le ali di un'aquila e spiccare voli sempre più alti verso di Te, che sei l'Altissimo e non accontentarmi delle basse quote. Vorrei essere musica che giunge ai tuoi orecchi e portarti la gioia. Vorrei, vorrei... quante cose vorrei essere, ma io sono quella che sono e sono quella che Tu hai voluto.
Mio Signore, allora, accoglimi tra le tue braccia tenere di Padre, di Fratello e di Sposo e dammi di esser per Te e solo così sarò giglio, vela, aquila, musica, perché Tu sei tutto questo. Canto la gioia di averti incontrato, di essere amata, desiderata da Te. Il mio cuore canta e sente che deve battere solo per Te, come il cuore di Maria, con il suo stesso cuore. Ti lodo, Padre buono perché non sono sola, ma mi hai dato una Madre ed un gran numero di fratelli per cantare insieme il mio grazie. Dio di Misericordia, di Perdono, di Pace e di Gioia, Ti amo!!!".
Una vita donata
Il 15 marzo 1991 Santa venne mortalmente pugnalata sulla soglia della sua casa dal giovane che la perseguitava ormai da tre anni. Dopo aver partecipato ad un incontro nella Chiesa Madre, proprio quella sera tornò a casa da sola, dopo aver salutato gli amici, credendosi al sicuro. Invece proprio sotto casa l'attendeva lo scempio del suo corpo, crivellato da numerose ferite. Inutili le sue grida: subito soccorsa venne portata in auto, con una folle corsa, al Policlinico di Bari, dove giunse ormai dissanguata, mentre lei, sempre più debolmente, invocava Maria. Un intervento chirurgico immediato, e numerose trasfusioni, si rivelarono impotenti, e così il 16 marzo 1991 la sua vita terrena ebbe termine, non senza aver prima perdonato il suo assassino.
Veramente breve la vita di Santa, ma vissuta nella piena coerenza al suo essere cristiana e consacrata all'Immacolata. Una vita in cui gioia e dolore, momenti di incertezza e momenti di forte impegno, e soprattutto un grande, profondo, totalitario amore a Cristo e ai fratelli si sono armoniosamente intrecciati. Pochi giorni prima della sua morte, a conferma di questo amore a Cristo, in seguito all'ennesima minaccia del suo persecutore, aveva detto al suo confessore: "Se mi accadesse qualcosa, sappia che io scelgo Dio!".
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