Dalla Corrispondenza di
Santa Scorese

Lettere I - IV * a Don Rosario Adamo
14 Dicembre 1981 – 7 Febbraio 1982

Nota: Testo tratto dall'edizione ufficiale curata dal Prof. Giuseppe Micunco per la Diocesi di Bari. Anche la numerazione delle Lettere segue questa edizione. Parole ed espressioni riportate in grassetto corrispondono a quelle che Santa Scorese aveva evidenziato nel manoscritto.

Lettera I * A Don Rosario Adamo * Bari, 14 dicembre 1981

Carissimo don Rosario (1),
direte: "Ma chi è"? Beh! Sì sono io: Santa! Molte volte mi sono proposta di scrivere e non ho mai avuto del tempo libero perché la scuola mi tiene sempre impegnata. Meno male! Altrimenti sarei morta di noia! Ma mi chiederete: "Che ti salta in quel cervello? Come mai mi scrivi?". Ho deciso di scrivere, perché vorrei parlare con qualcuno di me, di quello che mi succede e così, poiché ho sempre avuto il desiderio di poter parlare di me con voi e di avere dei consigli e crescere bene, ora che siete lontano ho avuto paura di non potere più avere questo rapporto amichevole desiderato con voi. Così la decisione di scrivere. Ma come state? Vi siete ambientato? Io non mi sono ancora "rassegnata" all'idea di non vedere voi la domenica.

Io non ho niente in contrario al nuovo parroco, ma gli rimprovero il fatto che non sa adattare il suo linguaggio all'interlocutore con cui parla. Inoltre è un uomo da ammirare perché è molto colto ed è quasi normale per lui parlare di ciò che ha studiato e mostrare la sua cultura, però potrebbe mettere un po' da parte il suo odio contro i marxisti (non che io lo sia), ma in fondo ogni uomo è libero di avere le proprie opinioni, idee, ideali. Bisogna rispettare colui che ti vive affianco e non condannarlo. Io la penso così! E voi? La scuola a me va bene, ma quest'anno sto lavorando moltissimo, ma non mi dispiace, ma ho paura che alla fine della scuola e quindi agli esami arriverò stanca. Ma sto parlando tanto di me, se mi risponderete, parlatemi della vostra vita a Brindisi, del mondo che vi circonda, della nuova comunità.

Beh! io ora smetto di scrivere, perché sono le 20 e voglio vedere un po' la TV per riposarmi, (anche se non c'è molto da riposare sentendo le notizie della Polonia). Spero che mi risponderete e accetterete di aiutarmi a crescere, visto che da questo periodo si comincia a crescere. Un bacio e un abbraccio.
     Santa

Vi faccio intanto i miei più sinceri auguri di un Buon Natale e un Felice anno Nuovo.
Se risponderete, scrivete il nome della parrocchia.
Ciao. Santa

Lettera II * A Don Rosario Adamo *
Bari, 31 dicembre 1981,
ore 20.10

Carissimo don Rosario,
rieccomi a scrivere. Come va la vita? Io sono molto triste, perché oggi finisce il 1981 e so già che il 1982 porterà tanto dolore per me e per i miei, perché mio zio (il fratello di mio padre) ha un tumore maligno e si sta spegnendo piano, piano quasi fosse una candela. Ma perché tutto questo? Non è giusto che avvenga! Perché il Signore ha lasciato con il terremoto che quella povera gente, i miei amici, perdessero le loro case, i parenti, e vedessero i propri paesi distrutti in pochi secondi? (2) Perché anche lui, mio zio è nato con un braccio offeso, ha quel terribile male e ha dovuto sopportare anche il terremoto?

Piango, ma anche perché i figli e la moglie sono ormai rassegnati all'idea che prima o poi zio Luigi deve morire, ma io no! Anche se l'uomo quando muore raggiunge la meta definitiva, la pace, io non riesco a rassegnarmi all'idea che zio deve morire, forse perché è lontano e ho solo delle notizie e non lo vedo. Certe volte penso anch'io che dovrebbe finire di soffrire, per il suo bene, ma non è facile pensarlo veramente. Sono triste perché penso che l'anno che sta andando via, porta con sé tutto l'odio, la violenza, ma... come sarà il nuovo anno? Mi avete augurato di fare tante conquiste e lo vorrei tanto, veramente!

Ma in fondo al 1981 non si può rimproverare di aver portato solo tristezza per me, perché ha lasciato anche una traccia in me. Sono stata in ospedale per essere operata all'appendice e mi sono sentita sola, ma ho trovato tanta gente che mi ha voluto bene e ho capito veramente quanto bene mi vogliono i miei genitori, che mi sono stati vicini.

Spero che questo nuovo anno porti a voi tanta felicità e che anche il 1981 non sia stato per voi un anno cattivo, anche se siete andato via da Bari e penso che abbiate sofferto. Spero che abbiate il nuovo incarico se non più a Bari, almeno vicino, così potremo vederci spesso. So che il 2 verranno i ragazzi del Redentore, io sarei venuta volentieri, ma Rosa Maria ha molto da studiare e si è decisa a farlo gli ultimi giorni e così sfuma anche questo mio desiderio. Però molto presto verrò a Brindisi con i miei genitori e alcuni amici di famiglia a far visita ad un amico di mio padre e verrò a trovarvi, così vi farò una sorpresa (spero che lo gradirete).

Io pensavo che voi non avreste risposto, e così quando ho ricevuto la lettera sono stata molto contenta, perché era la prima volta che qualcuno mi scrivesse. Di solito sono messa da parte, infatti mia zia che abita a Milano quando scrive, scrive a mia sorella e saluta mio padre, mia madre, ma non me, comunque non mi preoccupo. Come dicevo che sono stata contentissima e la lettera è stata il più bel regalo che abbia avuto per Natale.

Per quanto riguarda don Giorgio, io sono certa che non riuscirei a parlare, perché è una delle persone che mi mette una certa soggezione e non riuscirei ad aprirmi a lui, come riesco a fare con voi. Probabilmente non riuscirei a parlare con don Giorgio forse perché è un po' anziano e lo vedo come un uomo che potrebbe essere mio nonno.

Come avete trascorso il Natale? Avete sentito nostalgia della nostra comunità? Beh! Non possiamo cambiare il corso della vita e farlo andare sempre per il verso che vogliamo noi! A Natale sono stata come al solito a Palo da mia zia e il pomeriggio sono uscita con i miei amici.

Non capisco perché mia madre deve scegliere lei gli amici per me e Rosa Maria. Ha detto di non frequentare due ragazzi di Palo (veramente in gamba), solo perché il padre di uno di questi due è un contadino e vende le verdure al mercato. Ma è possibile che nel 2000 si facciano queste distinzioni? Chi siamo noi e perché dobbiamo giudicare le persone solo dal mestiere che fanno? Fare il contadino è un mestiere come tanti altri, e perché tutto ciò dovrebbe pesare sui figli? È assurdo! Non riesco proprio a capire questo atteggiamento di mia madre.

Beh! Ho parlato molto, ho pianto un po', ma mi sono alleggerita anche un po' di quel peso che avevo. Ho parlato molto vero? Ma solo con voi sto riuscendo a parlare veramente.

Io vi auguro con tutto l'affetto un anno pieno di felicità, gioia, pace e serenità d'animo. Che il 1982 sia veramente un anno di pace e di amore!
Spero che risponderete e intanto vi mando un grosso bacio e un forte abbraccio.
     Santa

PS. Spero di venire a Brindisi al più presto, ma se venite a Bari a trovarci non è una cattiva idea. Arrivederci.
Scusate i pasticci, ma quando sono triste non riesco a scrivere senza errori e quindi pasticci.
     Santa

Lettera III * A Don Rosario Adamo *
Bari, 26 gennaio 1982,
ore 20

Carissimo don Rosario,
dopo un bel po' di tempo ritorno a scrivere.
Ho ricevuto l'ultima lettera e devo dire che le vostre parole mi hanno confortato tanto, perché ogni volta che mi è capitato di parlare con una mia amica della situazione di mio zio, lei non mi ha certo confortato, ma ha solo detto che da quando è morto suo zio (anche lui con il tumore) sa che quelle persone che hanno questi mali devono morire e non si può fare niente, ma io non ho mai accettato questa sua opinione, però quando ho letto ciò che mi avete scritto, ho riflettuto molto sulla vita, come realmente questa è vissuta da me e come e quando faccio diventare la mia vita quella di Cristo. Alla fine ho capito che in fondo dalla morte di mio zio non potrà che venire fuori solo luce, come avete detto voi.
Ora sono più tranquilla, ho più fiducia in Dio, nella vita.

Ma ora passiamo ad altro. Come state? lo a parte il morale un po' giù, fisicamente sto bene. Cosa mi fa essere un po' triste? Beh! sembrerà strano che un problema del genere riesca ad angosciarmi, però è così! Ecco, io ho desiderato fin da piccola di laurearmi in medicina, perché voglio dedicare il meglio di me a quelle persone che soffrono, però prima di andare all'università c'è una grossa scelta da fare: "Quale scuola superiore scegliere?" Tra scientifico e liceo classico (le scuole che possono indirizzarmi meglio per la facoltà di medicina), avevo deciso di andare al classico perché a me la matematica non piace e allo scientifico se ne fa tanta, mentre al classico no e nello stesso tempo lì si fanno più materie letterarie (materie mie preferite)!

Beh! Riflettendo sulla mia scelta in questi giorni, ho pensato che in fondo se decido di andare al classico, devo frequentare per cinque anni e avere la maturità e non un diploma e mi sono detta: "E se io volessi smettere di andare a scuola, o una circostanza qualsiasi mi costringesse a fare ciò, io non potrei certamente né insegnare, né fare qualcos'altro con la sola maturità classica".

Quindi ho pensato come alternativa il magistrale, che oltre a darmi un diploma, mi farebbe guadagnare un anno di studi all'università. Ne ho parlato con mia madre e mio padre e loro mi hanno consigliato di andare al magistrale perché hanno fatto le mie stesse osservazioni, però mi hanno detto di fare una scelta di cui non mi possa pentire, perché loro per farmi andare a scuola fanno grandi sacrifici.

Ora io sono indecisa per la scelta, perché fino ad ora non avevo pensato veramente ai sacrifici che fanno mamma e papà e non vorrei deluderli. Cosa ne pensate di tutto ciò? quale strada mi indichereste? Lo chiedo perché magari se avessi le idee più chiare saprei scegliere meglio!

A proposito di scuola, starete pensando: "Ma come fa a dire che l'anno prossimo andrà al superiore? Sarà promossa?" Beh! la scuola mi va a gonfie vele perché ho la fortuna di avere degli insegnanti che la fanno amare e inoltre mi piace studiare.

Per quanto riguarda il dialogo con mia madre, devo dire che spesso ho sentito alcune mie amiche o di mia sorella che dicevano che avevano un dialogo amichevole con la madre e così ho desiderato di far diventare veramente mia madre un'amica anche perché lei desidera diventarlo. Comunque ho paura che lei quando si troverà davanti ai miei problemi, diversi da quelli che ha avuto lei alla mia età (perché i tempi sono diversi), come potrà aiutarmi? Io ho paura di questo, comunque tenterò!

Anche in questa lettera vi ho posto di fronte ad alcuni miei problemi e sarò contenta se mi aiuterete a chiarire molte cose e a farmi diventare una vera donna nel migliore dei modi! Che altro dire? Che sono contentissima di scrivere con voi e di parlare con qualcuno che finalmente mi sta aiutando.

Concludendo vi mando cari saluti da mamma e papà e Rosa Maria che vi ricordano con affetto e io vi mando un grande bacione.
Vi abbraccio
     Santa

Lettera IV * A Don Rosario Adamo * Bari, 7 febbraio 1982

Carissimo don Rosario,
ieri ho ricevuto la vostra lettera e devo dire che è stata l'unica cosa bella che sia accaduta. Infatti ieri ho compito 14 anni e invece di essere felice, sono stata triste, perché a parte mia madre, mio padre e mia sorella, nessuno si è ricordato di questa ricorrenza.

Ho aspettato tanto quel 6 febbraio e quando è finalmente arrivato, al contrario degli altri anni, né le zie con cui mamma è cresciuta né la sorella di mamma, né i nonni sono venuti a Bari. Ero tornata da scuola tutta contenta, perché ero certa che sarebbero venuti, ma niente! Per giunta mio padre non ha pranzato con noi perché doveva andare a lavorare e così di nuovo: io, mamma e R. Maria! I parenti da Palo avevano telefonato e avevano detto che sarebbero venuti nel pomeriggio. Ma nessuno si fece vedere e così per tutto il pomeriggio sono stata a studiare. Io non volevo obbligare i nonni e gli zii a venire a Bari, ma volevo che si ricordassero di me, ma forse oggi si sono ricordati un pochino di me e sono venuti per mezz'ora e poi sono andati via.

Per finire oggi non sono andata a Palo! Mia sorella è uscita e poiché sono antipatica ad un suo amico, sono rimasta sola a casa a scrivere e a sfogare un po' la mia rabbia. Inoltre non sto per niente bene fisicamente, in quanto insieme al fatto che il fegato mi dà fastidio e ho la pressione bassa, soffro anche di colite e così non mi sento bene e sto facendo una cura a base di punture e di capsule.

Che bello! Purtroppo il groppo alla gola e magari qualche lacrima ci sono anche per me quando cerco di mettermi nei vostri panni e quando penso a come avete sofferto quando avete lasciato Bari e avete dovuto cominciare una nuova vita, instaurare nuovi rapporti con gli altri. So che è difficile che possiate dimenticare il tempo trascorso con noi e io non voglio che lo dimentichiate, anche se fa male ricordare.

Comunque oltre ai giovani, che certamente non vi hanno dimenticato e che non vi dimenticheranno, la gente che viene a messa magari solo la domenica vi ricorda con tanto affetto, e quando veniste a Bari per la morte del professor Babudri (se non erro, si chiamava così), una signora che sedeva dietro di me disse ad un'altra: "Mi sembra un sogno vedere don Rosario di nuovo con noi".

Tutti vi vogliono bene, e forse a causa di questo attaccamento a voi, al vostro modo di parlare, di fare, diverso da quello di don Giorgio, che non viene più molta gente alla messa delle 10, anche se sbagliano! Ho notato, però, anche che i giovani frequentano meno la parrocchia. A me sembra che tutto ciò che si fa non sia più sentito veramente come prima. A1 Padre Nostro, voi riuscivate veramente a far riflettere sulla preghiera che il Padre ci ha insegnato, riuscivate a farla sentire "vera" anche per questo mondo così pieno di violenza, ma ora non è più così (io riesco a riflettere lo stesso).

Penso (guardando i volti della gente) che darsi la mano è diventato un atto simbolico, fatto così, tanto per essere fatto, ma non perché si sente colui che ti siede accanto un fratello. Comunque penso che don Giorgio sta facendo del suo meglio per condurre nel migliore dei modi la parrocchia. E poi... chissà se non potreste ritornare a Bari!

Beh! Passiamo all'argomento scuola. Ciò che mi avete detto mi è servito come materiale su cui riflettere di più sulla scelta da fare. Penso che seguirò il vostro consiglio, ma ho bisogno di pensare ancora meglio e poi... c'è ancora tempo per riflettere! Per quanto riguarda il fatto di telefonare a Rossana Germano... Beh! non sono proprio sicura di telefonarle, perché nonostante la conosca di vista, non so se riuscirei a parlare, ma se mi farò coraggio telefonerò e sono sicura che vi ringrazierò.

Certamente seguirò il consiglio di cominciare a ripetere da ora, anche se me lo ero già proposto. Ce la metterò tutta, come ho sempre fatto. Sono stata contenta sabato, quando il professore di religione mi ha detto che i professori in consiglio hanno detto che sono contenti di me e vogliono che io continui ad essere così. Lo voglio anch'io, per non deluderli ma soprattutto perché sto scoprendo che avere cultura è avere un grosso tesoro che nessuno può rubarti, perché è tuo! lo voglio avere questo tesoro! Vorrei tanto poter fare una bella chiacchierata da vicino con voi, stare un po' di tempo insieme e parlare di tutto! Ma fino a quando mamma e papà non decidono di venire, questo non potrà avvenire. Però se nel frattempo verrete a Bari, verrete a trovarmi? Beh! Anche questa volta ho parlato tanto. Spero che non vi annoi.

Comunque non vi preoccupate di rispondere a tempo di record, so anche aspettare, anche se ogni giorno quando torno da scuola vedo se c'è una lettera per me.
Ora vi saluto con un abbraccio e un bacione.
Santa

P S. Mi sto chiedendo se devo dare per forza del voi o no. Che ne pensate?
A riscriverci Ciao.
     Santa


Note
1. Don Rosario Adamo era parroco nella parrocchia del Redentore, tenuta dai Salesiani, frequentata da Santa Scorese e dalla sua famiglia.
2. Santa si riferisce al terremoto che nel 1980 colpì anche Muro Lucano, paese d'origine del padre.

Lettere V - VII

E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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