Le ultime Lettere di Santa Scorese Lettere XXV-XXVII * XXX-XXXI * XXXVI |
Nota: Testo tratto dall'edizione ufficiale curata dal Prof. Giuseppe Micunco per la Diocesi di Bari. Anche la numerazione delle Lettere segue questa edizione. Parole ed espressioni riportate in grassetto corrispondono a quelle che Santa Scorese aveva evidenziato nel manoscritto.
Lettera XXV * A Carmencita Picaro * 28 agosto 1989 |
Carissima, grazie, grazie, grazie!!!!
Il mio cuore in questo momento riesce a dirti solo questo. Non mi sembra vero che non ti vedrò quando andrò alla "Casa" a Bari e che non potrò stare con te.
Sto provando un gran dolore perché ti voglio bene, ma perché soprattutto sei un vero aiuto per me, il "tesoro" che ho trovato e che voglio custodire gelosamente!
Ti prego, fa’ che i chilometri che ci separeranno non sciupino quello che abbiamo costruito!!!
Ricordati di me e prega e... stammi vicina più che puoi, perché sai che ho la testa dura, ma sono anche tanto fragile! Beh! Sto cominciando a piangere ed è bene che non bagni il cartoncino.
Allora, sentiamoci "uno"!!
Ti abbraccio forte,
Santa
Lettera XXVI * A Carmencita Picaro * |
So di essere "quasi" imperdonabile, ma tu mi perdoni, vero?
Finalmente eccomi qui a scriverti.
Sono nella biblioteca della mia facoltà in attesa di incontrarmi col prof. di pedagogia per vedere con lui il piano di studi. Spero che mi aiuti!!! E un persona molto disponibile, perciò... Non so da dove cominciare a parlare perché mi sembra così strano stare qui a raccontare proprio a te che sai tutto di me. Non so se te l’ho già detto, ma la mia mente si rifiuta di pensare che sei lontana e doverti scrivere mi fa prendere coscienza di questa realtà.
Insomma; non ho mandato giù ancora il rospo della tua partenza e forse non lo manderò mai.
In questo ultimo tempo sento molto la tua mancanza; mi piacerebbe fare una bella chiacchierata e... perché no, una litigata! Anche alla Casa le cose sono cambiate un po’! Mariella si sforza di entrare nell’ambiente ed io, beh! Pare che debba tenere alto il tuo buon nome e comportarmi da degna figlia.
Già per qualche incarico Bruna mi ha detto: "Devi fare quello che faceva Carmencita", "Tu sai come faceva lei e devi cercare di fare lo stesso!".
Domenica poi, mi ha affidato la Messa ed ho dovuto perfino introdurla così come... faceva Carmencita. So bene che non riuscirò a fare le cose come te e penso che sia bene che non le faccia proprio uguali, ma mi auguro che i tuoi insegnamenti, le tue tirate di orecchi ora servano a qualcosa.
Intanto è bene che tu preghi per me!
Ah! Sai? Ad un certo punto della giornata Carmela Montereale mi ha detto che per un momento, guardando i miei capelli cortissimi le è sembrato di vedere te! Pensa un po’? vuoi vedere che divento la tua sosia? Sarà proprio brutto il mio taglio di capelli!?!
Scherzi a parte, sto cercando di calarmi nel clima di lavoro di questo anno.
Ho una difficoltà: mi è difficile stare "dalla parte delle missionane" e non da quella delle ragazze nelle giornate.
Io sono cresciuta con queste giornate (soprattutto con quelle di preghiera!) e adesso è difficile vivere con uno spirito diverso. Dice don Tonino che questa è povertà e che devo imparare a viverla!
Parte della mia povertà di questo tempo è il non riuscire ad "obbedire" subito a Bruna. Sai bene quali siano le mie difficoltà e proprio non riesco a superarmi!
Mi sto accorgendo di quanto il mio spirito sia libero o, meglio, anarchico e so che non è giusto!
In questo tempo sono abbastanza ribelle e sono riuscita a "litigare" già un paio di volte col parroco (è solo un mese che è da noi!).
Non riusciamo ancora a capirci e questo mi fa stare un po' male. Credo che si sia fatto un’idea sbagliata di me, perciò quando parla sta sempre sul chi-va-là. Ieri sera è arrivato a dire che quando parla con me deve adoperare un filtro!
Beh! Come vedi il Signore mi ha mandato subito una persona con cui scontrarmi e... cosa che mi pesa, ho già dovuto chiedergli scusa una volta. Povero mio orgoglio!!!
Il mio spirito da domenica sta un po’ meglio! La relazione di don Tonino sull’Eucarestia è stata davvero efficace e così l’incontro personale con lui, come ti ho già detto abbiamo scoperto che devo vivere bene la povertà.
Poi, la sera Bruna mi ha detto che devo cominciare a pensare alla domanda per il periodo di formazione e, ti sembrerà strano, ma sono stata felicissima perché è stato come se Gesù mi avesse chiesto ancora una volta di sceglierlo, di impegnarmi sul serio con Lui.
E tu mi chiedi: "L’hai scelto? Gli hai aperto la porta del cuore?". In questi giorni mi sto fermando a pensare a questo, anche se la mia risposta l’ho già data: lo scelgo e soprattutto mi faccio scegliere e amare da Lui ancora, con un’apertura maggiore di cuore. Proprio perché mi sta scomodando sto scoprendo la meraviglia che è il suo amore!
Nella tua lettera mi avevi accusata di essere egoista. Lo sono ancora un po’, ma il Signore mi sta dando la capacità di vedere questi aspetti negativi e perciò mi impegno a "cercare" di superarmi.
Purtroppo mi scopro sempre più limitata, ma come dice S. Paolo, è quando sono debole che scopro la Sua grandezza.
È, insomma, un periodo in cui ci sono degli alti e bassi, ma nonostante tutto sento di non essere mai sola e vedo che Gesù mi mette accanto persone che hanno bisogno sempre di qualcosa da me.
Intanto, sto cercando di vivere bene la mia vocazione in tutto quello che faccio, nelle più piccole cose, perché tutto quello che faccio deve rispondere ad una sola domanda: "Per chi lo fai?" (sono le direttive di don Tonino e don Tino!). Dice don Tonino che solo vivendo ora, qui, tra le mie cose, in questo atteggiamento che è di preghiera, di meditazione, di ascolto, di penitenza, di apertura agli altri, potrà farmi vivere con serenità l’entrata in comunità. La vita di comunità deve essere una continuazione della mia vita di ora e non una realtà diversa.
Queste sono le sue direttive e poi staremo a vedere. Io mi sforzo di vivere in un atteggiamento di apertura continua a Dio e ai fratelli, ma mi sembra che gli altri colgano il positivo più di quanto non lo faccia io. In parrocchia c’è chi ha intuito qualcosa e c’è chi mi ha chiesto apertamente se è vero che sono missionaria, chi ha detto che ho "una vocazione", ma io cerco di evitare questi argomenti.
Altro limite: ho paura di scoprirmi troppo! E segno di una scelta non totalitaria?
Per il momento preferisco che i giovani mi considenino una di loro, che gli adulti mi credano una ragazza impegnata perché ho paura che i rapporti cambino. I giovani intuiscono che c’è qualcosa di "diverso", così ricorrono a me per essere ascoltati, aiutati e gli adulti mi usano come valvola di sfogo (cosa che non mi piace!).
Non voglio essere considerata una persona "diversa", ma una che ha fatto una scelta e che si sforza di vivere coerentemente.
Pensa un po’? C’è chi alla mia età sta cercando ancora di capire cosa farà nella vita e a me il Signore rivela il suo piano giorno per giorno. Che fortuna! Meglio, che Grazia!
Non so se sto rispondendo alle tue domande, alla tua voglia di sapere, ma ti sto scrivendo un po’ quello che mi passa per la testa.
Ah! Dimenticavo. Giuseppe si sta facendo vivo di nuovo. Bruna mi ha detto che sta telefonando in continuazione a Bologna; ha parlato con Franca e Lucia e probabilmente ha individuato il numero di telefono di don Marino (il mio parroco). Io ho una paura tremenda, ma qui a casa non ne ho parlato. Prega perché mi liberi da questo incubo!
Non mi va di essere ancora scortata e poi con la ripresa delle lezioni all’università vorrei essere più libera.
Io starei qui ancora per ore a parlarti, ma ho già scritto parecchio, quindi lascio lo spazio a te. Raccontami un po’ di te!
Ti ringrazio di cuore del biglietto d’auguri e della stupenda preghiera: sei unica!!
Ringrazia anche il resto della comunità e di’ loro che le porto nel cuore e che porto nel cuore… tutta la comunità (chissà mai perché queste preferenze!!). Al più presto scriverò raccontandovi della nostra vita comunitaria e delle attività, ma... abbi un po’ di pazienza!
Allora non posso che abbracciarti forte forte e chiederti di farti sentire ogni tanto.
Un bacione!
Unite nel cuore di Maria,
Santa
P.S. Rosa sta aspettando che [tu] le scriva come avevi promesso. Intanto la pancia cresce. Speriamo che sia femmina!
2) P.S. Sai che andrò a Roma per una settimana in ospedale con Sandra che sarà operata al ginocchio? Prega!
Lettera XXVII * Alla Direttrice Generale dell'Istituto Missionarie dell'Immacolata "P.Kolbe" * |
"L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva… Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!"
Il Signore ha guardato la mia povertà e su di essa si è chinato con amore e misericordia.
Dopo aver udito la voce di Gesù che mi chiama a seguirlo più da vicino, ho risposto ed ho vissuto questo periodo di prova scoprendo giorno dopo giorno l’Amore di predilezione che Lui nutre per me.
In questo anno ho cercato di scoprire sempre di più la mia vocazione alla vita di consacrazione, e la mia responsabile, con le altre missionanie della comunità, mi hanno aiutata a cogliere i segni del Signore che passa.
Dopo essermi messa alla presenza di Gesù ed aver fatto riecheggiare la sua proposta nel cuore, sento che posso dirgli un sì ancora più grande, più totalitario e che, come e con Maria, voglio dirgli: "Eccomi, fa’ di me quello che ti piace".
Consacrazione totale a Dio e all’Immacolata!
È la risposta a tutte le mie esigenze più profonde e che mi aiuta a rispondere anche a quelle dei fratelli.
Essere Maria nel mondo: ecco quale voglio che sia il mio ruolo, la mia identità.
Portare Gesù agli altri attraverso Maria è il più bel compito che il Padre Buono mi voglia affidare.
In questo tempo ho cercato di vivere questo impegno che il Signore mi ha dato, ma ora sento che mi chiede di salire un gradino più in alto. Non ho bisogno di chiedermi in quale famiglia consacrata possa vivere la mia consacrazione perché l’esperienza vissuta in questo anno mi ha fatto innamorare sempre più dell’Ideale mariano e missionario.
Mi piace l’Istituto perché in sé contiene il segreto che fa vivere una vita autentica: Maria unisce a Cristo e Lui fa sentire l’urgenza per i fratelli.
Non avrei potuto e non potrei chiedere dono più grande a Gesù di avermi fatto incontrare questo carisma. La Consacrazione all’Immacolata, modello perfetto di donna, è il grande dono che il P.Kolbe mi ha fatto e la cui preziosità vado scoprendo man mano che la vivo: è, per me, il modo migliore per poter vivere più unita a Cristo.
Per questo chiedo di poter essere ammessa al primo anno di formazione in questo Istituto, perché esso possa essere il mezzo che mi aiuti a realizzare la mia vocazione, aiutandomi ad essere "nel mondo, ma non del mondo", con una identità precisa e con la gioia di essere membro di una famiglia che vive in comunione profonda con Maria e Gesù.
Vivere in comunità è la forma di vita che sento più congeniale perché cammini verso la santità, ma la mia famiglia trova difficoltà abbastanza grandi ad accettare questa mia scelta.
Ho sempre cercato di portare unità all’interno di essa e sento che questo non è il momento più opportuno per creare una grossa frattura: vorrei, con l’aiuto del Signore, evitare il peggio!
Inoltre, negli ultimi tempi ho meditato molto la Parola di Gesù: "Se vuoi... lascia tutto" ed ho capito che ora il Signore, più che lasciare materialmente ogni cosa, mi chiede di lasciare il tutto che mi porto ancora dentro.
Ho bisogno di cominciare a fare esperienza della mia vita di consacrazione fin d’ora, tra le mie cose, ma staccata da esse, con i miei, ma col cuore libero per Dio.
Sento che la mia vita di comunità deve essere, per me, la continuazione di uno stile di vita che ho già cominciato ad assumere, proprio stando a casa, dove, forse, è anche più difficile.
Soprattutto per questo chiedo che mi venga data la possibilità di restare ancora a casa.
Da parte mia, mi impegno a partecipare attivamente alla vita di comunità e a compiere il meglio possibile la mia attività: lo studio universitario.
Intanto cercherò di aprire sempre più il mio cuore al Signore che parla, perché nemmeno un pizzico della Sua Grazia vada sprecata ed io possa essere, nelle Sue mani, strumento per la realizzazione del Regno dei Cieli. Intanto ringrazio l’Istituto per la sua apertura e disponibilità e saluto, impegnandomi a pregare per il Padre
(1) e per tutte le missionanie.
Santa Scorese
Nota:
1. P.Luigi Faccenda, fondatore delle "Missionarie dell'Immacolata - P.Kolbe".
Lettera XXX * Ad Anonimo * 18 gennaio 1990 |
Augurissimi!!!!
Che tu possa, oggi cantare il tuo Magnificat per tutti i prodigi che il Signore ha compiuto in te in questi anni!!
Intanto io approfitto per dirti grazie della tua amicizia e della tua disponibilità e della tua capacità d’ascolto.
Davvero, in questo tempo particolare sto (se non altro) gustando il senso dell’amicizia.
Allora, ti ho già detto i miei "grazie" e non posso ora dirti che sono felice che tu esista!!!
Auguri!
Santa
Lettera XXXI * A Carmencita Picaro * |
Mia carissima,
non immagini la gioia che ho provato nel ricevere la tua lettera qualche minuto fa!
Mi è sembrato il segno dell’amore di Dio che si rinnova ancora per me.
Sono tornata da poco da confessarmi e il sacramento della riconciliazione per me è davvero olio che lenisce e rimargina le ferite e poi subito dopo... la tua lettera!
Tu avresti voluto avere una risposta immediata alla lettera, ma io invece ho un desiderio enorme di vederti. Pensa, l’altra notte ho sognato che ci vedevamo e ci siamo abbracciate piangendo con i singhiozzi. Chissà...
Ti assicuro che se c’è una persona che mi manca tanto quella sei tu.
In questi giorni qui è cominciata la primavera e così i mandorli sono in fiore, si respira un’aria più pura e così non posso fare a meno di ricordare le nostre passeggiate al mare, le chiacchierate e di desiderare di poterle rifare, ma questo non è possibile.
Io come sto? Come al solito la mia gola dà fastidio ed ho trascorso una settimana a letto (con la cinese (2) e poi il primo giorno che sono uscita mi sono schiacciata la caviglia destra nello sportello della macchina di un mio amico. Naturalmente era il 5 febbraio, così il 6, giorno del mio compleanno, avevo la caviglia fasciata perché c’era l’ematoma (e c’è ancora) e il gonfiore oltre al dolore. Morale della storia: ho tenuto la gamba ferma per tre giorni perché al C.T.O. me l’hanno imbalsamata ed ora continuo a portarla fasciata perché mi fa ancora male.
Purtroppo pare che l’ematoma sta andando via, ma il dolore dovrà passare molto lentamente.
È davvero terribile la realtà in cui vivi!! Però, in fondo sono contenta che tu sia lì, tra quei problemi, perché sei un "segno" per gli altri ed io so che il mondo ha bisogno di "vedere", di "toccare" con mano per poter credere che non tutto è andato perso, che si può ricominciare!
Sai bene che da noi forse questi problemi che vivi sono in minor numero, però anch’io mi sto rendendo conto della povertà e del male che c’è attorno a me.
A volte mi sento incapace di poter fare qualcosa e non ti nascondo che mi viene di nascondermi e pensare ai fatti miei, ma so che non è giusto e così… ritorno sui miei passi cercando di vivere sempre più tra la gente, di condividere con questa le gioie, i dolori, di imparare almeno ad ascoltare.
Proprio perché sento che l’altro non può passarmi accanto come fosse un oggetto ho deciso di fare un corso di volontariato di base organizzato dalla Caritas di Palo.
È una cosa che richiede sacrificio perché si va due volte alla settimana e ciascuna lezione è di due ore, ma è bello. È bello perché mi sta aiutando ad aprire gli occhi e il cuore a certi problemi, a vedere le cose in modo diverso, più scientifico, ma, contemporaneamente, con fini di umanità. Vengono a parlarci psicologi, psichiatri, operatori che agiscono nelle carceri ecc. ed è una cosa davvero interessante!
Si scopre la fragilità umana, ma anche le incapacità delle istituzioni, però su tutto trionfa l’amore che l’uomo prova per l’altro uomo: la vera solidarietà vissuta in funzione di Qualcuno che è più grande di noi.
Mi chiedi cosa ho deciso.
Beh! Proprio ieri mattina mi sono incontrata con Bruna e le ho detto che non chiedo gli altri sei mesi.
E stata una decisione sofferta, verificata, vista, rivista, ma spero che sia comunque la mia risposta d’amore al Dio che è amore.
Chiedere altro tempo per qualcuno voleva dire vedere la mia umiltà, ma ti assicuro che ho dovuto essere più umile facendo questa scelta che non prorogando.
Proprio perché riconosco, con l’umiltà, la mia nullità mi rendo conto che non riuscirei a stare in quelle direttive che mi vengono date.
E un discorso difficile da farsi per lettera e non so se riuscirò a farmi capire.
In questo momento umiltà per me è riconoscere certi fallimenti e ritrovarmi da sola davanti a Dio a chiedere ancora una volta come Francesco: "Signore, cosa vuoi che faccia?" E umiltà riconoscere che Dio non si è ancora stancato di me e mi ama mentre io non sono nemmeno capace di parlargli o, nonostante tutto di dirgli il mio grazie già solo per il fatto che esisto.
Dicevo stamattina a don Tino che mi sento come se fossi passata attraverso un tritacarne.
So che devo ricominciare o... continuare, ma in questo momento mi è difficile vedere le cose con chiarezza.
Una cosa è certa: io so di non aver chiuso il cuore a Dio, di non essermi voltata indietro dopo aver messo mano all’aratro, ma ho scelto, meglio, mi sono lasciata scegliere ancora una volta da Lui. Può sembrare incoerente, ma penso che il Signore proprio in questo tempo mi sta facendo fare ancor più esperienza della sua presenza e della sua paternità.
Forse, ora come non mai Lui sta guidando la mia storia, ma non so dove.
Ed ora non gli sto chiedendo dove mi vuole condurre, perché sono stanca di fare domande. Mi sto sforzando di fare un atto di fede e di lasciare che sia Lui a dirigere i miei passi.
So che la vocazione è un dono grande, ma ho sentito anche tante volte che si paga a caro prezzo, forse… questo è il mio.
Sento molto la solitudine in questo momento e sento anche che vengono meno dei punti di riferimento, delle persone con cui c’era comunione, a cui chiedere, con cui condividere. Sento il peso della responsabilità che il Signore mi dà chiedendomi di vivere, donata a Lui, senza appartenere ad una famiglia, imparando a diventare "adulta nella fede" (come dice don Tino).
Ho paura. Ho paura di riprendere di nuovo in mano le redini della mia vita e di giocarmela comunque come voglio io.
Per fortuna Gesù mi ama così tanto da avermi fatta incontrare un sacerdote che mi sa aiutare e guidare e condividere con me i momenti belli e quelli brutti: questo sì che è un dono grande!
E poi, ora più che mai sento vicina Maria che è la perla preziosa che ho scoperto in questi anni.
È Lei che mi sta sostenendo, che mi è più Madre che mai. Sento che mi tiene tra le braccia, ma nello stesso tempo, è la donna forte che mi chiede di essere coerente e di vivere bene attimo per attimo la mia vita.
Insomma, è la donna che mi piacerebbe essere, ma non sono! Però le chiedo la grazia di aiutarmi almeno a sforzarmi di assomigliarle un po’.
So che Dio sta comunque scrivendo la mia storia e, nonostante gli ostacoli che gli oppongo, riuscirà a compierla ed ora so che, anche nel dolore e nel buio, posso comunque cantare a Lui, con Maria, il mio Magnificat per le cose che ha compiuto e continuerà a compiere in me.
Intanto tu non ti stancare di essermi vicina con la preghiera ed il pensiero, soprattutto ora: è un S.O.S.
Spero con tutto il cuore che la nostra amicizia continui e si rafforzi sempre più anche se non facciamo parte più della stessa ‘famiglia, ma comunque siamo figlie di una Famiglia più grande che ha un Padre ed una Madre che sono amore.
Mi sta venendo un nodo alla gola, ma ancora una volta voglio dirti grazie per avermi comunque aiutata a "nascere" all’amore di Dio e a farmi cogliere i segni dell’amore immenso e particolare che Gesù nutre per me.
Nonostante abbia fatto questa scelta sappi che scelgo ancora Dio e che ti sentirò sempre la mia "mamma"!!!!!
Ti abbraccio forte forte e non abbandonarmi!
Santa
P.S. La preghiera è bellissima ed è stato proprio pregando quel giovedì al seminario con quella preghiera che ho deciso di compiere la scelta, così quella notte… ho chiesto al Padre di "aiutarmi" a non tradire per pigrizia e furbizia il mio progetto di vita ispirato al Vangelo.
Vedi? Lo spirito continua a tenerci unite!
Dimenticavo che mi hai chiesto di Rosa. Ha un grosso pancione ed ora è in maternità, quindi è sempre qui.
Sta davvero bene e così il bimbo/a che non fa altro che muoversi. Tra me e lui ormai c’è una "corrispondenza di amorosi sensi" e, basta che appoggio la mano alla pancia lui si fa sentire: è bellissimo!!!
Ogni volta mi commuovo perché penso che è il miracolo della vita che si rinnova e gioisco!! Dovrebbe nascere per la fine di Aprile in quanto i mesi Rosa li finisce il 22 aprile. Comunque anche Rosa ti pensa spesso e stamattina ti ha sognata. Mi ha detto che ti telefonerà al più presto perché vuole sentirti dal "vivo". A parte gli episodi che mi hai raccontato e i tuoi pensieri… non mi hai detto molto...
Nota:
2. Così veniva chiamata l'epidemia di influenza dell'inverno 1989/90.
Lettera XXXVI * A Don Tino Lucariello * |
Carissimo,
sicuramente ti sembrerà strano il fatto che ti stia scrivendo, ma a volte mi riesce meglio parlare così.
E poi… con il da fare che hai in questi giorni mi sembra davvero impossibile rubarti più dei dieci minuti che mi hai concesso oggi.
È fine d’anno e sono abituata a fare un po’ il bilancio del tempo trascorso e avrei voluto farlo anche con te, per verificare a che punto sono, quanto ho camminato (se ho camminato!).
Davvero, credimi, avrei voluto incontrarmi con te perché, a parte gli ultimi giorni "elettrici", sei la persona che in qualche modo sta riuscendo a "tenere a bada il mio spirito" che è alquanto libero e libertino.
Non credo sia il caso di scrivere tutto quello che mi passa per la testa, ma oggi, dopo che ho parlato con te e mi lamentavo con me stessa per tutti i dolori, le difficoltà dell’anno, mi sono resa conto che, in fondo, il Signore ancora una volta ha fatto in modo che non fossi mai priva dei suoi doni.
E stato un anno durissimo, pieno di difficoltà, dubbi, cadute, rialzate, sfide con Dio. Ho dovuto riprendermi in qualche modo da tutta la vicenda dell’Istituto e non so bene se mi sia ripresa, ho dovuto scegliere e… non è stato poco!
Ma in tutte queste vicende tu sei stato sempre vicino e pronto a darmi una mano, consigliandomi, vedendo con me il da farsi e non posso dire che non sia stato un dono prezioso di Dio.
In tutte le difficoltà e il buio che ho incontrato quest’anno tu sei stato uno dei segni più grandi che mi hanno fatto capire che Dio non si è ancora stancato di me e mi ha parlato attraverso te. Ho imparato a pregare di più e meglio ed ora non comincio a farlo senza avere prima invocato lo Spirito Santo.
Tante volte mi hai fatto sbattere la testa contro cose che non volevo fare, capire, accogliere e che invece mi hanno aiutato a crescere, e sento che alla fin fine qualche passo l’ho mosso e forse l’Eterno Padre può ancora dire che "si compiace" in me (almeno un poco).
Ringrazio il Padre per quello che fai per me e... anche per quello che sei, nonostante a volte tu mi faccia "arrabbiare", ma questo forse rientra sempre nel piano di Dio, perché impari ad accettare la mia umanità, l’umiltà e i limiti di chi mi vive accanto. Grazie perché oltre ad essere il mio "papà" spirituale, sai essere amico e grazie perché mi hai insegnato a volere ancora più bene all’Amico per eccellenza e... anche a dirglielo!!
Beh! Basta con i ringraziamenti, anzi no!!!
Ringraziamo insieme il Signore per i prodigi che ha compiuto anche quest’anno in noi e chiediamogli di fare in modo che ci leghi una amicizia sempre più grande e più pura.
Mettiamo da parte i nervosismi e rancori, armiamoci di pazienza a vicenda e, come si dice? Anno nuovo, vita nuova!!!
Pronti per ricominciare???
Augurissimi!!
Santa
Lettere XXII - XXIV |
"Orizzonti dello Spirito" |