Testimonianza su Santa Scorese di Gerardo Carnimeo [da una lettera inviata alla famiglia Scorese il 16 agosto 2001] |
Nota: Gerardo Carnimeo, del movimento dei Focolari, è fratello di Irene - attualmente responsabile del centro del Focolare femminile di Bari - che ha costituito per Santa Scorese uno dei riferimenti nel suo cammino spirituale. Gerardo non l'ha conosciuta personalmente, se ne è interessato per averne sentito parlare dalla sorella e poi soprattutto in seguito alla lettura del Diario e degli altri scritti di Santa. Dopo aver lavorato come grafico nella redazione della rivista Città Nuova, attualmente opera presso il centro audiovisivi S.Chiara, per la produzione di filmati e documentari relativi alle attività dello stesso movimento dei Focolari.
Carissimi Angela e Piero e carissima Rosa Maria,
ciao! Spero stiate bene; come promesso ecco che cerco di scrivervi questa letterina che vorrei fosse il seguito del nostro incontro a Palo. Ripensando alle due ore trascorse insieme, sento ancora l'emozione per quello che per me è stato, davvero, un incontro con Dio, con il Suo Amore.
L'idea di conoscervi e di venire a trovare Santa è maturata nel giro di un giorno: non ci pensavo, venendo a Bari a trovare i miei parenti. Ma si sa che le cose di Dio maturano in poco tempo, a volte in pochi minuti.
Ho già scritto mezzo foglio e non vi ho ancora detto niente di quello che vorrei e che mi riempie il cuore di viva emozione; forse per questo non mi è facile trovare le parole giuste, ma chiedo allo Spirito Santo di darmi una mano. Spero che questa lettera sia in particolare un dono per voi, la famiglia di Santa.
Forse non avete l'idea (ma probabilmente ormai ce l'avete) del bene che Santa sta facendo attraverso il suo diario, le sue lettere, i suoi scritti. Da qualche giorno ho ricominciato a leggere il libro "L'attirerò a me" (1), facendovi meditazione, e sono ancora sbigottito di come una ragazza barese di 18, 19 anni, abbia scritto delle cose così profonde, mostrando di possedere una sensibilità alle cose dello Spirito, decisamente fuori del comune, una capacità di introspezione, di saper guardare in faccia la verità, onesta con sé stessa senza il timore di doversi umiliare davanti all'evidenza dei propri limiti.
In comune con Santa c'è anche l'esperienza di vita gen (2) nella stessa città in cui sono nato anch'io. Negli anni '70, quando lei era ancora una bambina, con i gen venivamo al cinema Redentore della vostra parrocchia a fare spettacoli o incontri di formazione. Visto che Santa frequentava l'oratorio, magari l'avrò incrociata nel cortile mentre giocava con gli altri bambini e io e gli altri gen trasportavamo la strumentazione.
Una frase di Chiara (3) che mi ha semprè molto colpito dice: "Nessun'anima sfiori la nostra invano"; chissà che in quel mio andirivieni con cavi elettrici e microfoni non abbia sfiorato una Santa...!
Oggi sono focolarino ed ho 46 anni, esattamente il doppio degli anni che Santa ha vissuto tra noi. Quando mi è venuto in mente questo, ho chiesto all'Eterno Padre perché non avesse dato a lei questi altri 23 anni della mia vita, che, con l'intensità con cui ha vissuto, chissà quanto bene avrebbe potuto ancora compiere su questa terra.
Scrivo questo, in questa lettera, perché non è stato un pensiero sentimentale che mi è passato per la mente: è stato piangendo che ho rivolto a Dio questa domanda, perché provo per Santa un affetto che non riesco ancora a spiegarmi, e davvero avrei voluto donarle i 23 ànni della mia vita, quelli che lei non ha vissuto.
Comunicando a una persona questo pensiero, mi è stato fatto un leggero rimprovero, perché non potevo non accettare la Volontà di Dio, che per ciascuno ha stabilito un tempo per arrivare alla santità.
È vero: Santa ha bruciato le tappe e a lei sono bastati 23 anni (di conseguenza io penso che camperò più di cento anni!). Tra l'altro non l'avrei conosciuta, né io né altri, se il suo cammino su questa terra non si fosse ancora compiuto. Dio sa; sia Gloria a Lui che nella Sua Provvidenza distribuisce le grazie come meglio crede, nel rispetto della libertà di ognuno.
Però ho pensato che posso cercare di riviverla nella mia vita, perché lei possa continuare, anche attraverso di me e tutti quelli che la stanno conoscendo, a vivere ancora oggi su questa terra e fare il bene che di certo avrebbe fatto.
La prima volta che ho letto il suo diario, ogni volta, ogni volta, ho pianto, tanto che dovevo smettere, specie quando mi trovavo in treno o in mezzo alla gente. Mi sembrava la storia di un meteorite che, sfiorando l'atmosfera, ne viene catturato e sprigiona luce e calore, diventando una stella che squarcia in un istante il cielo notturno e accende nel cuore di chi la vede desideri segreti e profondi.
Leggendo, più volte mi sono chiesto come facesse Dio a cavare fuori dei gioielli così preziosi da un'anima, e spesso Gli domandavo perché avesse permesso che fosse tolta di mezzo, un faro di luce così splendente. Poi, pur accettando la Volontà di Dio che scrive dritto anche sulle righe storte, ho pensato che Santa era un fiore così raro che Lui non ha permesso si potesse rovinare rimanendo su questa terra, per questo lo ha colto, facendole il dono della Palma del martirio, confermando in pieno il frutto dei suoi 23 anni vissuti da innamorata di Dio e di Maria.
Dieci anni fa, quando successe il fatto, nella rivista Città Nuova, dove lavoro per l'impaginazione, venne pubblicato un articolo che riportava l'esperienza di Santa e la sua tragica fine. Io impaginai l'articolo e forse lo lessi anche, ma non colsi lo spessore che c'era dietro.
Ora in marzo, a distanza di dieci anni, ho visto la videocassetta che il Centro Gen ha fatto su Santa: mi ha folgorato! Allora ho voluto leggere il libro che la diocesi di Bari ha pubblicato e... il resto ormai lo sapete.
In seguito, Elena Cardinali, una collega che nel video ha prestato la voce per la lettura delle pagine del diario, mi chiese se potevo scrivere qualche impressione, quello che mi colpiva dell'esperienza di Santa, perché si stavano raccogliendo testimonianze su di lei.
Io veramente non riuscivo a dire proprio niente, perché ero schiacciato dalla sua grandezza spirituale; e poi, non avendo ricevuto miracoli o grazie particolari, non ho dato molto peso alla richiesta di Elena.
che mi č Madre pių che mai..." (Santa Scorese, 21 febbraio 1990). |
Dopo essere stato con voi però, ho capito che questa cosa è importante: tra l'altro ho scoperto che, nel caso di Santa, avendo subito il martirio del sangue, non sono necessari miracoli per provarne la santità. Che cosa potrei dunque dire?
Per me Santa è qualcosa di più che una ragazza in gamba, coerente fino alle estreme conseguenze con il suo Ideale: Dio. Più passa il tempo e più mi rendo conto che ormai lei fa parte della mia vita, fa parte di me. Forse vi può sembrare un po' forte e eccessiva questa affermazione, ma voglio brevemente scrivere qui una esperienza, che mi ha portato a questa convinzione.
Durante l'anno Santo ho desiderato conoscere di più la storia del santo di cui porto il nome (San Gerardo Maiella) ed ho trovato un libro che me lo ha fatto scoprire ed amare più di quanto pensassi, accorgendomi quasi di una sua presenza nella mia vita, davvero una reale protezione nei miei confronti.
Ritrovavo in me molte cose che viveva anche lui: il suo amore appassionato per Maria, la sua devozione per San Michele Arcangelo, che anch'io sento molto; infatti la prima domenica di maggio di quest'anno, sono andato a fare un pellegrinaggio a Monte Sant'Angelo, al santuario di San Michele, dove non ero mai stato.
Tornando in treno, riaprii il diario di Santa che stavo leggendo e, girata una pagina, lessi: "Monte Sant'Angelo": anche lei è stata lì e vi ha scritto alcune pagine del suo diario!... Avevo l'impressione che l'Eterno Padre mi stesse facendo ritrovare le mie radici.
A una persona che a Roma, alcuni mesi prima, mi aveva chiesto dove sentissi di avere le mie radici, avevo risposto sicuro: "In Cielo". La conoscenza di Santa, una gen della mia stessa città, e la sua storia; la conoscenza della vita di San Gerardo, che molto ha girato per la Puglia; la scoperta del Santuario in onore di San Michele, che proprio nella mia terra, sul Gargano, ha voluto privilegiare quel luogo con una sua speciale presenza: tutti questi elementi mi mettevano sempre più in evidenza il legame con la mia terra; le mie radici erano davvero in Cielo: Maria, San Michele, San Gerardo, Santa!
Il cerchio si è chiuso (se così si può dire) allorché sono venuto a casa vostra e mi avete detto che i nonni di Santa, da parte di padre, sono di Muro Lucano, il paese di san Gerardo; diverse pagine del diario infatti, sono scritte a Muro Lucano.
Quando ho scoperto questo è stato davvero forte: avevo l'impressione che San Gerardo stesse sorridendo, quasi divertito per la sorpresa che mi aveva preparato; e inoltre stando a casa vostra, visitando la stanza di Santa, quella dove dormiva e la stanzetta dove studiava, muovere quei pochi passi nel corridoio dove immaginavo lei camminare e vivacizzare tutta la casa, ho avuto quasi la sensazione che Santa pure mi desse il benvenuto nella sua famiglia e che anche lei mi stesse sorridendo. Capite ora perché ho scritto che sento che fa parte di me?
Cos'altro potrei aggiungere? Credo che non passi giorno che almeno una volta non la invoco, chiedendole che mi aiuti a vivere con la stessa forza con la quale lei ha vissuto e ha amato: Dio, al di sopra di tutto! (Una notte l'ho anche sognata: mi sorrideva, semplicemente).
Avevo fatto arrivare ad una gen di Roma la videocassetta e il libro; dopo un po' di tempo l'ho incontrata, e chiedendole come stava, mi ha fatto capire, con poche frasi, che il diario di Santa stava rivoluzionando la sua vita; leggevo nel suo sguardo il desiderio di volerla imitare, di tentare almeno un poco di impregnare la propria vita di quel profumo di soprannaturale che si respira leggendo le pagine del diario.
Infine posso dire che spesso, nel ringraziamento a Gesù Eucarestia, Gli dico la mia riconoscenza, il mio grazie per averci donato Santa, per aver dato alla Chiesa e al mondo un esempio così limpido di puro amore per Dio e per Maria.
Davvero spero che la causa della sua beatificazione possa avere una accelerazione, perché sarebbe un modo per "mettere la lampada sul lucerniere affinché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa", sarebbe un modo perché sia conosciuta da tanti giovani di oggi che spesso sembrano non avere né spina dorsale né volontà di fare qualcosa di bello e di grande nella vita.
E sarebbe un bel pugno nello stomaco al diavolo che, pensando di farla fuori (servendosi di uno squilibrato), ha semplicemente accelerato l'esplosione di luce che era racchiusa nel suo cuore.
È proprio vero: Dio scrive dritto anche sulle righe storte! Scusatemi se (mi rendo conto) sono stato un po' lungo, ma spero di non avervi annoiato; se pensate che questa mia lettera possa rappresentare una testimonianza, fatene pure l'uso che credete più opportuno.
Nell'attesa di poterci rivedere, a Dio piacendo, la prossima volta che verrò a Bari, vi abbraccio davvero come un fratello e con tutto il cuore vi dico che vi voglio bene!! Con affetto, vostro
Gerardo
P.S. Non vi spaventate, è un po' raro che scriva delle lettere così lunghe: probabilmente lo Spirito Santo che ho chiesto all'inizio ha voluto strafare. Ho scritto durante i giorni di riposo in montagna, per cui a più riprese sono andato aggiungendo idee, man mano che mi venivano. Perciò non vi ci abituate.
Scherzi a parte, grazie per la vostra attenzione.
Note:
1. Santa Scorese, "L'attirerò a Me" - Scritti spirituali di una Serva di Dio, Edizioni San Martino - Stilo, Bari, Aprile 2000. Volume edito a cura della Diocesi di Bari.
2. L'insieme dei gruppi "Gen" (Generazione nuova), branca giovanile del movimento dei Focolari.
3. Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari.
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