Santa Scorese:
un'intensa vita donata al Signore
per mezzo di Maria

Egidio Ridolfo s.j.


Una ricerca appassionata -- Influssi spirituali -- Progressiva disponibilità al progetto di Dio
La "grazia del martirio" -- Luce di Speranza

Una ricerca appassionata

Santa Scorese, una ragazza come tante che anche oggi si impegnano in movimenti cattolici, ma con un'ansia di ricerca della "Verità" non comune, verità sulle "ragioni della fede" ma anche "su se stessa", ansia di ricerca rafforzata man mano che si rendeva conto di essere oggetto di una particolare attenzione - "vocazione" - da parte di Dio.

Questa percezione, come in tanti esempi di Santi, ma anche di tante persone che iniziano a "scoprire" la presenza di Dio nel profondo dell'anima, da una lato la sgomentava e d'altra parte la attirava irresistibilmente.

E' nient'altro che dell'amore di Cristo
che Santa Scorese si è lasciata adombrare...
[Cristo Pantokrator - Duomo di Monreale, Palermo]

Nata a Bari il 6 febbraio 1968, ricevette la prima formazione religiosa nella sua parrocchia del “Redentore”, tenuta dai Salesiani, insieme alla sorella Rosa Maria, di poco più grande di lei. Qui fu pure iniziata ad una sentita devozione mariana, tramite l'immagine di “Maria Ausiliatrice”. Molto importante fu per lei in questi primi anni la figura del Parroco, Don Rosario Adamo.

Di ottima intelligenza e con un carattere molto vivave e socievole – giudizio confermato dai suoi insegnanti - dopo la Scuola Media frequentò il Liceo Classico “Q.Orazio Flacco”, rendendosi pienamente conto (come ha scritto) di come la cultura costituisse quella grande “ricchezza” che l'avrebbe aiutata nelle successive fasi della sua esistenza, qualunque fosse stata la sua professione.

Nel frattempo si impegnava nell'associazionismo cattolico, non più presso i Salesiani ma frequentando sia le “Missionarie dell'Immacolata – P.Kolbe” (giovane congregazione fondata dal conventuale P.Luigi Faccenda), come il “Gruppo GEN”, ramo giovanile del movimento dei “Focolari” fondato da Chiara Lubich.

Dopo il liceo si iscrisse a Medicina, ma già pochi mesi dopo la impensieriva il fatto che gli studi fossero piuttosto lunghi, mentre sentiva dentro come un'ansia insopprimibile di spendere la sua vita per gli altri senza troppo aspettare. Per questo, anche grazie ad una particolare esperienza che interpretò come un “segno” della volontà di Dio, maturò presto la decisione di cambiare facoltà ed iscriversi a quella di Pedagogia.

Seguì i corsi e superò brillantemente gli esami prescritti, tanto che una docente le propose di lavorare dopo la laurea come Ricercatrice nella stessa Università, e certo sarebbe presto giunta alla meta se la violenta aggressione del 15 marzo 1991 da parte di un giovane squilibrato che la perseguitava non avesse troncato la sua giovane vita, appena 23 anni!

Dopo la sua morte venne ritrovato il suo "Diario" spirituale, profondo ma scritto con lo stile tipico di una ragazza dei nostri tempi. Riflettendo su certe pagine di questo manoscritto sembra di leggere tra le righe come un suo presentimento che la sua esistenza non sarebbe durata a lungo, che non aveva troppo tempo davanti a sé, da qui l'ansia di “fare presto” e d'altra parte la ricerca appassionata di quale fosse la volontà del Signore nei suoi confronti.

"Mi rendo conto che io sono piccolissima e così umana... ma so anche che il Signore sceglie
i più deboli, i più piccoli e non poteva che
scegliere me..." (Santa Scorese: 21 marzo 1988)
Foto: Ernesto Santucci s.j.

L'idea di scrivere un Diario le era stata suggerita dalla Missionaria dell'Immacolata che più l'ha seguita spiritualmente, Carmencita Picaro (è stata poi la sua prima biografa). Ma la stessa Carmencita afferma di non aver saputo se poi Santa avesse messo in atto il suo consiglio, né la cosa era a conoscenza del sacerdote cui Santa faceva riferimento, Don Tino Lucariello. Santa invece, usando un grosso quadernone donatole dallo zio Dino Tarantino (insegnante di Liceo Classico), aveva seguito il prezioso consiglio, e questo ci ha permesso di conoscere gran parte di quanto il Signore è andato operando in lei.

Leggendo il Diario appare chiaramente la vera "lotta interiore" che sperimentava, con fasi alterne di serenità e aridità, desolazione e anche rivolta, interrogativi e graduali conquiste, prese di coscienza... lotta che diventa sempre più serrata, ma che sempre più sfocia nella gioia e nella gratitudine crescente verso il Signore, che, come lei nota, mostra di amarci per primo e senza riserve: un entusiasmo che prorompe spontaneo come nel Magnificat di Maria: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente, e Santo è il Suo Nome!..." Così scrive Santa Scorese il 30 dicembre 1988:

"Signore, sono davanti a te, alla tua potenza e al tuo immenso amore. Grazie! [...]
Mi hai chiamata ed ho risposto e adesso vedo le grandi cose che hai compiuto e compi in me ogni giorno. Senza che me ne accorga tu mi stai entrando sempre più dentro e quando la mia anima è arida ti cerca per prendere vita. [...] Dammi la capacità di amare, di avere sempre un cuore aperto a 360 gradi per essere per te e per il mondo
(1)..

Del resto il Signore - che "propone" e prende l'iniziativa (è questo il senso della parola "vocazione") - quando trova in noi una sincera disponibilità non desidera altro che venirci incontro e unirci a Sé sempre più intimamente, come esprime la Scrittura quando dice che la Sapienza "facilmente è contemplata da chi l'ama, e trovata da chiunque la ricerca." E aggiunge che chi la desidera con tutto il cuore "la troverà seduta alla sua porta"! (Sap. 6, 12-14).

Santa Scorese ha descritto tante volte nelle pagine del suo Diario l'esperienza di questa “vocazione” e talora lo ha espresso con accenti di vera poesia, come nella splendida poesia-preghiera "Vorrei avere le ali di un'aquila..." (2). Dio la elevava ad orizzonti più vasti a misura che lei si apriva generosamente alla Sua azione, questo la "provocava" e si traduceva in numerose scelte concrete - piccole e grandi - nella vita di ogni giorno, con un crescente desiderio di coinvolgere altri nell'Amore che riceveva dal Signore.

Del resto è caratteristico dell'Amore il volersi espandere e comunicare: Gesù poi - da grande "Artista delle anime" quale è - ha favorito la sua maturazione umana e spirituale mettendole provvidenzialmente accanto persone e movimenti che le davano via via gli stimoli adatti, e la coinvolgevano in iniziative concrete e comunitarie di carità cristiana e di evangelizzazione.

Influssi spirituali

Dalle pagine del Diario emerge chiaramente l'influsso esercitato su Santa Scorese dal movimento dei Focolari di Chiara Lubich e poi soprattutto dalle "Missionarie dell'Immacolata - Padre Kolbe", delle quali fa parte Carmencita Picaro.

Santa Scorese (a destra)
con i genitori e la sorella Rosamaria

Riguardo all'apporto ricevuto da parte del movimento di Chiara Lubich, basta osservare come nel Diario ricorre spesso il nome di Chiara, così come tanti termini tipici del movimento dei Focolari da lei fondato, espressioni e "parole-chiave" - spesso abbreviate come in uso tra i membri del movimento: "Gesù in mezzo" (G.I.M.), "Ideale", "Gesù abbandonato" (G.A.), "unità" e altre.

Due esempi: "Ho visto il dolore degli altri, ma è stata l'occasione per farmi una con loro, proprio come diceva Chiara nell'ultimo collegamento…" (11 marzo 1987).
"Chiara dice che quando abbiamo sbagliato è inutile piangerci sopra, ma dobbiamo rimetterci subito ad amare. […] Questo è un periodo pieno di dolori e di ansie e a volte mi sento davvero abbandonata, ma cerco quanto più posso di riconoscere G.A. e di amarlo fino in fondo anche se questo è un po' difficile" (2 giugno 1987).

Tra i tanti aspetti della sua poliedrica personalità c'è il suo amore per la liturgia e i relativi canti. Era dotata di un'ottima voce, per cui fu chiamata a far parte del gruppo musicale "Gen 2". Così scrive il 15 luglio 1987:

"Io conto molto sull'unità delle altre Gen e su quella di tutti gli altri Gen: l'importante è tenere G.I.M. Veramente non vedo l'ora di rivederle per poter stabilire di nuovo quell'unità fortissima che c'è." Ed è significativo come una volta chiese con decisione di interrompere le prove di canto perché quella sera notava una notevole dispersione tra le "coriste"... Quando poi la famiglia si trasferì a Palo del Colle (pochi chilometri da Bari, città d'origine della madre), Santa fece parte stabilmente del Coro della Chiesa Madre.

L'altro influsso importante è senza dubbio costituito dalle "Missionarie dell'Immacolata-Padre Kolbe", che nel tempo divenne sempre più decisivo. Varie volte Santa partiva da Palo del Colle per trascorrere periodi di ritiro spirituale presso la sede centrale delle Missionarie, a Borgonuovo di Pontecchio Marconi, in provincia di Bologna.

La robusta spiritualità mariana, comune a questi due movimenti, ha pervaso tutto questo cammino. Santa ha poi sentito forte il fascino del grande Santo cui si ispirano le "Missionarie": S.Massimiliano Maria Kolbe, grande evangelizzatore con i mezzi della “comunicazione sociale” (a quei tempi essenzialmente la stampa) e poi martire ad Auschwitz, un martirio come è noto dettato dalla carità, dato che egli si offrì di morire al posto di un altro internato.

Così P.Kolbe si esprime a proposito del ruolo e dell'intento di Maria nei confronti di ciascuno di noi: "L'Immacolata desidera estendere all'umanità intera i frutti della redenzione operata dal Figlio suo. [...] L'unico [suo] desiderio è di innalzare il livello della nostra vita spirituale fino alle vette della santità" (3).

Dio ama manifestarsi come Signore della Vita anche nelle situazioni le più desolate e ripugnanti. Kolbe offrì la sua vita nel 1941, e l'anno successivo, il 9 agosto 1942, sarà la volta di un'altra grande meraviglia dell'opera di Dio nelle anime: Edith Stein, "ebrea, filosofa, carmelitana, martire", come l'ha definita Giovanni Paolo II che l'ha recentemente canonizzata e poi proclamata compatrona d'Europa.

Santa Scorese si è progressivamente identificata in Maria, nella sua disponibilità al progetto di Dio su di lei...

Progressiva disponibilità al "progetto di Dio"

Il carattere di Santa Scorese non era certo remissivo, condivideva anche i limiti e le fragilità tipici di tanti giovani del nostro tempo: il rischio della dispersione, il condizionamento dovuto alla forte pressione dei mass-media con i suoi modelli basati sull'esteriorità, sull' "apparire", che provocano tanto spesso esaltazioni fatue e successive depressioni, la difficoltà a prendere decisioni impegnative e radicali - nonostante la radicalità sia una caratteristica dell'anima giovanile - i rapporti spesso difficili con i coetanei e così via…

Questo però fa risaltare ancora di più la paziente opera del Signore nei suoi confronti, per purificare le sue motivazioni e proporle mete sempre più impegnative e a largo respiro, fino alla donazione totale – vita compresa – sull'esempio di Gesù nostro Redentore. L'amica missionaria è stata senz'altro per Santa uno strumento della Provvidenza per favorire la sua maturazione umana e spirituale. E' significativo quel che Santa scrive il 6 febbraio 1988:

"Quando parliamo noi due c'è sempre una comunione di animi profondissima e si sente che siamo lì a parlare perché anche umanamente ci vogliamo bene, e cerchiamo di aiutarci, ma soprattutto perché una cosa chiara l'abbiamo tutte due: Dio è ciò che conta e arrivare a Lui ci interessa."

Anche per Santa comunque vale quel che scrisse nella sua AutobiografiaS.Teresa di Lisieux (1873-1897), che cioè al di là di tutto - il suo vero "Direttore Spirituale" è stato Gesù stesso: a un certo punto diverranno fondamentali i suoi incontri-colloqui con Gesù Eucaristia, e il suo nutrirsi abbondantemente della Parola di Dio rivelata nella Scrittura. La Messa quotidiana era divenuta per lei qualcosa di cui “non poteva fare a meno”, per citare la frase di uno dei martiri di Tunisia che è stata messa in evidenza nell'ultimo Congresso Eucaristico che si è tenuto proprio a Bari e ha visto la partecipazione del nuovo Pontefice Benedetto XVI.

Nell'edizione ufficiale degli Scritti di Santa Scorese, il Prof. Giuseppe Micunco ha messo in rilievo e mostrato concretamente come quasi ogni pagina del Diario contiene citazioni - dirette o per lo più indirette - di passi precisi della Scrittura, sia del Nuovo come dell'Antico Testamento. Riferimenti continui e spontanei, prova evidente di quanto grande fosse la familiarità di Santa Scorese con il Libro Sacro, nel quale Dio si rivelava a lei con sempre più evidenza come Padre, come Amore, Redentore e Amico.

Questa assiduità alla Parola di Dio spiega l'intensità della sua vita cristiana e - unita al suo carattere franco e aperto - si traduceva frequentemente in testimonianza aperta della sua fede, anche quando sapeva che questo l'avrebbe esposta a critiche e pregiudizi. Ne abbiamo testimonianze fin dagli anni del liceo. Alla fine veniva però stimata anche dagli “avversari”, che le riconoscevano coerenza e determinazione.

Santa Scorese in una foto del 1986,
durante una gita diretta a Caramanico.

Leggendo gli scritti di Santa Scorese (non solo il Diario ma anche la Corrispondenza), non si può non condividere l'auspicio di Don Vito Bitetto, Postulatore della Causa di Beatificazione, quando afferma che questa giovane ragazza pugliese potrà aiutare, specie dopo la desiderata Beatificazione, "quanti desiderano progredire nell'impegno interiore ed ecclesiale", e specialmente “i giovani e gli educatori”. La sua breve ma intensa vita potrà allora essere sempre più “seme di nuova santità" (4).

La "grazia del martirio", epilogo di un intenso cammino spirituale.

Alcune volte la tragica fine di Santa Scorese è stata spontaneamente accostata a quella di S.Maria Goretti: il "fiore" delle desolate paludi pontine. I contesti sono molto diversi, sia dal punto di vista familiare come culturale e religioso, ma anche di ambedue si può affermare che il martirio non è stato che l'ultimo atto di una giovane vita già pienamente consegnata al Signore e a Maria.

“Una cosa ho scoperto: che Dio è veramente l'unico incrollabile punto fermo della vita di ognuno di noi. Sento come ora, nonostante il trambusto che c'è dentro, la sua presenza dona tranquillità e fiducia, fiducia che non sono sola, che Lui mi ama comunque, anche con i miei limiti, e sento anche la necessità di risceglierlo ogni giorno come la cosa più importante per me, per la quale vale la pena di lottare, soffrire e morire." (Diario, 17 novembre 1987.

Al Signore chiese - e ottenne - la forza per andare avanti quando iniziò la diabolica persecuzione di quel giovane che per tre anni la costrinse – lei dal carattere così autonomo – a dover essere accompagnata, “scortata”, dovunque, all'università, in chiesa, al supermercato ecc...
Una prima aggressione - che per fortuna andò a vuoto - avvenne mentre un giorno tornava a casa dopo un incontro con le Missionarie dell'Immacolata. Un'altra ragazza al suo posto si sarebbe depressa, chiusa in casa, avrebbe cessato ogni attività sociale e caritativa, ma Santa non volle “dargliela vinta” e al suo confessore Don Tino disse un giorno: “Se dovesse succedermi qualcosa, sappi che io ho scelto Dio!”.

Il Signore permise alla fine che il temuto tragico epilogo avesse luogo. Per una serie di circostanze la sera del 15 marzo 1991 Santa volle rientrare da sola a casa, a bordo della sua “Fiat 126”, dopo aver partecipato alla consueta riunione del gruppo giovanile di Azione Cattolica nella Chiesa Madre di Palo del Colle, e dopo aver fatto visita ad una giovane famiglia cui forniva assistenza.
Proprio sotto la sua abitazione quel giovane la aggredì violentemente e mortalmente con un pugnale. Dopo una folle corsa al Pronto Soccorso del Policlinico di Bari, e durante un'operazione “a cuore aperto”, Santa cessò di vivere nelle prime ore del 16 marzo 1991. Aveva da poco compiuto 23 anni.

Come Carmencita Picaro afferma nella sua biografia, in realtà il Signore volle dare a Santa anche “la grazia del martirio”. Da allora la sua vita costituisce sempre più un riscatto e un riferimento per tante donne la cui umana dignità viene calpestata senza scrupoli ogni giorno, nei modi più plateali o in altri più subdoli... Dignità di creature e figlie di Dio fondata - come per ogni essere umano - sull'essere noi creati "a Sua immagine e somiglianza".

"Ti incontri con Cristo Parola, Cristo Eucaristia e allora, non ti dà nessuno stimolo incontrare Lui? [...] Ad ogni modo un modello, in qualunque situazione tu sia, ce l'hai: Maria. Prova a guardare a Lei, che ha vissuto la sua esistenza in un paesino, Nazareth che chissà... forse era grande quanto Muro [Muro Lucano, in provincia di Potenza], ma quell'esistenza umile ha generato la Vita. Anche tu hai dentro Cristo: devi solo dargli spazio e farlo crescere..."
(Da una lettera di Santa Scorese del 3 marzo 1989)

"Si chiudeva così, con quest'ultimo foglio, il piccolo libro della vita di Santa, una giovane che come tante altre in questi anni ha subìto sul suo corpo le ferite provocate da una società inquieta e sofferente, avida di cose e non di vita, di sesso e non di amore, di mondo e non di Dio!" (5)

Luce di Speranza

Già costatiamo come il Signore tramite Santa Scorese sta operando veri prodigi di grazia in tante anime che lottano per la verità. Per le vie più diverse e impreviste la conoscenza della sua vicenda umana e cristiana è andata in questi anni estendendosi. Le pagine del suo Diario, pubblicato dalla Diocesi di Bari, illuminano e cambiano la vita di sempre più persone, specie tra i giovani. Numerose testimonianze mostrano come la sua notorietà ha ormai varcato l'Oceano e sta iniziando a diffondersi negli Stati Uniti, nel Brasile e in altri paesi dell'America Latina.

All'inizio di luglio di quest'anno per la prima volta un gruppo teatrale di Grottaglie (Taranto) ha messo in scena una messa in scena della sua vita, intitolata “La scelta di Santa”, che ha riscosso un successo superiore alle aspettative dello stesso autore, Alfredo Traversa. Questa rappresentazione scenica è stata pensata, scritta e realizzata in modo del tutto autonomo, senza sollecitazioni di sorta, il che accresce il suo valore. Ne è già stata richiesta la replica in altre località, a partire da questo autunno.

Concludiamo con una frase particolarmente significativa di Santa, tratta dal Diario del 21 febbraio 1990, scritta quindi a poco più di un anno dal martirio:

"So che Dio sta comunque scrivendo la mia storia e, nonostante gli ostacoli che gli oppongo, riuscirà a compierla. Ora so che anche nel dolore e nel buio posso comunque cantare a Lui, come Maria, il mio "Magnificat" per le cose che ha compiuto e continuerà a compiere in me. Mi rendo conto che, se non avessi scoperto e conosciuto l'Immacolata, non avrei capito la grandezza di Dio e la sua onnipotenza!"


Note:
1. "L'attirerò a me", Scritti spirituali di Santa Scorese, Serva di Dio, a cura del Prof.Giuseppe Micunco, Edizioni San Martino e Stilo Editrice, Bari, 2000, pp.144-145.
2. "Vorrei avere le ali di un'aquila", scritta da Santa Scorese il 3 agosto 1989 e riportata in questo stesso sito. Testo tratto dalla biografia di Santa Scorese scritta da Carmencita Picaro: "Anche sul mare volano le aquile", Ediz. Missionarie dell'Immacolata - Padre Kolbe, Bologna 2004, pp.63-64.
3. "Anche sul mare volano le aquile", Op.cit., p.118.
4. "L'attirerò a me", Op.cit., pag.8.
5. "Anche sul mare volano le aquile", Op.cit., p.16.


E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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