Quadro biografico di Carlo Urbani |
Elisabetta Nardi |
Le sue mani lunghe ed affusolate, non più giovani, ma ugualmente belle, aprono un album fotografico, un po’ datato. Le mani mostrano, quasi accarezzandole, le foto ormai ingiallite di un bambino, il "suo" bambino: Carlo Urbani.
Le mani sono quelle di Maria Concetta Scaglione Urbani, una donna forte e sensibile, colta e raffinata. La signora Maria inizia a raccontare, un po’ sorpresa e commossa, la storia di quel "bambino" che è stato sempre speciale. Una storia che inizia non nelle Marche ma in Sicilia…
Lei, Maria, siciliana, fresca di laurea in matematica a Catania, decide di far domanda di insegnamento al "nord", le consigliano le Marche, in particolare la provincia di Ancona. Quando le arriva un telegramma dal Provveditore di Ancona, comunicando che c’è una cattedra per lei a Castelplanio, cerca sull’atlante, insieme al padre, quel piccolissimo paese…
l'insegnante Marcella Cenci, a Castelplanio. |
Lo trova e si decide a partire, ignara che là metterà per sempre le sue radici. E’ a Castelplanio, che Maria incontra il "suo" Alberto, un insegnante, anche lui di grande sensibilità, che le ispira fiducia e ama la famiglia.
Si sposano nel 1953 ed il 9 ottobre del 1956 la loro unione è allietata dalla nascita di Carlo, cui seguiranno Paolo e Cristiana. Carlo è un bambino vispo e curioso, che già a tre anni mostra di avere uno sguardo particolare, occhi grandi e dolci che sognano orizzonti lontani, infiniti...
A scuola Carlo mostra subito - come la madre - spiccate attitudini per la matematica, decide così di frequentare il liceo scientifico a Jesi (AN) e poi di iscriversi alla facoltà di medicina ad Ancona. Carlo vuole diventare medico da sempre - ricorda la madre - è il sogno che coltiva fin da bambino quando giocava con l’orsacchiotto, il suo "paziente" preferito!
Carlo mostra una grande sensibilità verso i soggetti più svantaggiati e un grande bisogno di fare qualcosa per loro. Il Vangelo che parla dei poveri e che sente ogni domenica, letto dal suo parroco don Dino, lo stimola ad adoperarsi per migliorare le condizioni di vita di chi è meno fortunato di lui. Organizza vacanze estive per i disabili a Castelplanio e nasce così il "Gruppo di Solidarietà".
Prende contatto con varie associazioni umanitarie: l’UNITALSI, Mani Tese ed i Missionari Saveriani. Dov’è la sofferenza lì è Carlo, con un sorriso, un abbraccio, un gesto di aiuto che non fa mancare a nessuno.
Il suo amore per i disabili ed i poveri cresce a ritmi esponenziali così come con impegno porta avanti i suoi studi. Nel 1981 Carlo si laurea ad Ancona, nel 1983 sposa Giuliana Chiorrini, quella ragazza bella e sportiva, pronta a seguirlo in tutte le sue iniziative.
Per qualche anno, dopo aver preso la specializzazione in malattie infettive e tropicali a Messina, Carlo fa il medico della mutua a Castelplanio e cura anche il suo caro Don Dino, il sacerdote che lo ha visto crescere e che gli ha sempre mostrato la sua grande stima con parole semplici: "Bravo,Carletto!".
Fare il medico di famiglia a Castelplanio, avere sempre a che fare con la burocrazia, compilare ricette, redigere documenti, non è però ciò per cui Carlo si sente "tagliato". Vuole il contatto diretto con l’ammalato ma vuole soprattutto combattere "in prima linea" contro malattie che mortificano la dignità umana, vuol mettere al servizio dell’ammalato la sua umanità e la sua conoscenza scientifica.
"Il nostro posto - ha scritto - è e deve rimanere il più possibile accanto alle vittime". |
Nel reparto malattie infettive dell’Università di Ancona conosce il suo "nemico" principale, l’AIDS, che combatterà tutta la vita. Nel frattempo, il 4 aprile 1987, Carlo prova per la prima volta la gioia di diventare padre: nasce Tommaso, il figlio primogenito che condividerà con lui l’amore per la musica, per i viaggi e sarà sempre pronto a sostenerlo e seguirlo in tutte le sue iniziative.
Nel 1990 Carlo inizia a lavorare al reparto malattie infettive dell’Ospedale "S. Lucia" di Macerata dove rimarrà fino al 2000. Durante questi dieci anni tiene corsi di Parassitologia Tropicale in varie Università italiane ed inizia le sue diverse missioni in Mauritania e in altri stati dell’Africa Occidentale, divenuto consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Ormai Carlo ha chiaro nella sua mente che il suo compito è quello di portare aiuto ai popoli che vivono in condizioni di estrema povertà, colpiti da terribili morbi. Egli deve essere là, sul "terreno", come si dice in gergo.
E’ il 29 maggio 1995 e nasce Luca, un bimbetto sensibile e dolce. Nel 1998 effettua altre missioni in Vietnam, Cambogia e Filippine; l’anno dopo viene eletto Presidente Nazionale di "Medici Senza Frontiere" (MSF) e di conseguenza membro del Comitato Internazionale. In questa veste ritira il Premio Nobel per la Pace, assegnato quell’anno proprio a MSF.
Il 2000 è l’anno dei grandi cambiamenti e di grandi gioie per Carlo, l’8 maggio casa Urbani è rallegrata dai vagiti di una bella bambina: Maddalena. Nello stesso anno Carlo viene nominato esperto regionale OMS per la regione del Pacifico Occidentale e viene dislocato ad Hanoi, in Vietnam, dove si trasferisce con la famiglia, nonostante Maddalena abbia solo pochi mesi. La bambina, sradicata precocemente dalla sua terra natia, crescendo si "sente" vietnamita, vuole parlare vietnamita e pretende che i genitori la comprendano in quella lingua!
La vita scorre veloce per Carlo, impegnato com’è nella sua attività scientifica e nei continui spostamenti che deve effettuare come esperto regionale dell’OMS. Finalmente si sente realizzato, è quella la "sua" vita, la vita che ha sempre sognato! Solidale con i malati ne diviene la voce, crea "ponti di solidarietà" tra Italia, Africa ed Estremo Oriente, concepisce progetti sempre più vasti per l'avvenire. Ma Carlo non sa che un terribile morbo sta per distruggere quei sogni che con tanto sforzo e tanto amore stava ormai concretizzando.
Il 26 febbraio 2003 all’ospedale francese di Hanoi viene ricoverato un uomo di affari americano. Ha una polmonite accompagnata da tosse secca e febbre, un quadro clinico che appare subito difficile da decifrare. Serve un medico che abbia particolari capacità diagnostiche. Chiamano Carlo Urbani, ormai molto stimato.
Questi accorre, esamina l'ammalato ed è uno dei primi medici al mondo ad intuire di trovarsi di fronte a un nuovo terribile virus, che provoca quella che venne chiamata "SARS", la "polmonite atipica", che si rivela altamente contagiosa, una vera grave minaccia per intere popolazioni.
Carlo avvia in Vietnam le misure di contenimento del contagio, che grazie alla collaborazione delle autorità, che è riuscito a convincere ad intervenire con grande decisione e immediatezza, risultano essere efficaci.
Il virus però colpisce anche Carlo, che si affretta a provvedere a far rientrare subito in Italia la sua famiglia. Ma la moglie Giuliana, che per vent'anni gli è stata sempre accanto condividendo gioie e dolori, e che proprio in quell'inizio di febbraio aveva presentito il pericolo, rimanda in Italia i figli mentre lei rimane presso il marito, sia pure dovendosi accontentare di contatti indiretti, per l'isolamento imposto dalla virulenza del morbo. Resta con lui fino alla fine, fin quando, il 29 marzo del 2003, Carlo muore a Bangkok, nel reparto malattie infettive.
Si conclude così, a soli 47 anni, la vicenda terrena di un medico che ha voluto donarsi fino alla fine a favore di quanti sono nella sofferenza, in ogni angolo del mondo. Come Carlo stesso ha scritto, ha saputo essere fedele, ha saputo concretizzare, realizzare i suoi "sogni" di solidarietà, e tutta la sua esistenza costituisce oggi un grande esempio e un appello perché tanti altri medici "senza frontiere" seguano il cammino da lui tracciato…
Le mani della mamma di Carlo chiudono l’album dei ricordi, le sue dita si intrecciano… ora ritrova il "suo" Carlo nella preghiera, ma sa che non è una storia finita, conclusa… La fede infatti che la sostiene, quella che ha trasmesso a Carlo, le dice che il figlio è ora vivo più che mai, che lo sguardo forte e dolce di Carlo sta "contagiando", coinvolgendo progressivamente tante altre persone "di buona volontà"…
"Orizzonti dello Spirito" |