La statua della Madonna di Loreto
di Manrico Marinozzi
per il Santuario di Acireale (Catania)

Egidio Ridolfo s.j.

Mons. Fernando Cento Vescovo di Acireale

Mons. Fernando Cento è stato il quarto Vescovo di Acireale, città di antiche tradizioni culturali e artistiche posta alle falde dell’Etna, a poca distanza dalla città di Catania. Era nato a Pollenza (Macerata) il 10 agosto 1883 e ordinato sacerdote il 23 dicembre del 1905. Il 22 luglio 1922 il pontefice Pio XI lo elesse Vescovo della Diocesi di Acireale, dove fece il suo ingresso solenne il 12 novembre 1922.

Dipinto della Madonna di Loreto già presente nel Santuario omonimo di Acireale.

Mons. Cento aveva una profonda devozione mariana, specialmente nei riguardi della Madonna di Loreto, il cui celebre santuario si trova a poca distanza da Pollenza e che da secoli è la meta di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, tra cui molti che poi la Chiesa ha elevato agli onori degli altari.

Per limitarci a tempi vicini ai nostri, una "pellegrina d’eccezione", ancorché allora sconosciuta, era passata pochi anni prima per Loreto: una giovane francese di Normandia di 14 anni, Teresa Martin, che divenuta poi carmelitana sarà la futura S.Teresa di Lisieux (o S.Teresa di Gesù Bambino, 1873-1897). Il suo viaggio in Italia, insieme a un numeroso gruppo di pellegrini suoi connazionali, prevedeva appunto una tappa a Loreto (il 13 novembre 1887), e qui Teresa rimase incantata dalla santità del luogo, dalla bellezza della regione e dalla semplicità e schiettezza della gente marchigiana, come lasciò scritto nella sua "Storia di un’anima":

"Io non sono affatto sorpresa che la S.Vergine abbia scelto questa regione per trasportarvi la sua casa benedetta, la pace, la gioia, la povertà vi regnano sovrane. Tutto è semplice e genuino, le donne hanno conservato il loro grazioso costume italiano e non hanno, come quelle delle altre città, adottato la 'moda di Parigi', davvero devo dire che Loreto mi ha incantata!" (1).

Un altro futuro Santo era venuto pellegrino a Loreto con la sua famiglia in anni ancora più recenti: S.Giuseppe Moscati (1880-1927), il medico santo di Napoli. La famiglia Moscati infatti abitò ad Ancona dal 1881 ai primi mesi del 1884, città non lontana da Loreto.

E' il primo biografo di Moscati, Mons. Ercolano Marini, Arcivescovo di Amalfi, che parla di questo pellegrinaggio familiare alla "Santa Casa" lauretana, basandosi sulla testimonianza di Nina, sorella del Santo. Così scrive Mons.Marini:

"In questo periodo di tempo si potè effettuare un desiderio, vivamente nutrito. Il magistrato Moscati con i suoi si recò in devoto pellegrinaggio alla vicina Loreto, sul colle del Lauro del meraviglioso Piceno, in cui gli Angeli portarono nel 1294 la Santa Casa di Nazaret, quella Casa che era stata il Santuario dell’Incarnazione del Verbo, e che, abitata dalla più santa delle Famiglie, anche adesso possiede un’attrattiva mirabile, unica al mondo. […] La famiglia Moscati, con venerazione profonda, vi adempì gli atti di pietà cristiana, riportandone così imperituro ricordo.
Giuseppe, benchè allora contasse poco più di tre anni, con soavità negli anni maturi spesso ripensava alla visita della Santa Casa Nazarena, in cui, per l’incarnazione del Verbo, la creazione ebbe il Primogenito, la Chiesa il Re, il mondo il suo Salvatore.
Sui primi del 1884 al magistrato Moscati si dischiude una posizione più bella e più ambita, con la sua promozione alla Corte di Appello di Napoli."
(2)

La statua della Madonna di Loreto scolpita da Manrico Marinozzi per il Santuario di Acireale, sul modello di quella presente nella Santa Casa lauretana.

La richiesta di una nuova statua per il Santuario di Acireale

Tornando al nostro argomento, Mons. Cento conosceva bene il suo concittadino Manrico Marinozzi, artista già noto per la sua pregevole e poliedrica attività (1903-1973), che si era già espressa anche nel campo dellarte sacra. Come risulta dalle testimonianze di quanti l’hanno conosciuto, a cominciare dai familiari, anche Marinozzi nutriva un’intensa devozione mariana, che si esprimeva tra l’altro nella recita quotidiana, in famiglia, del Rosario.

Si comprende quindi da un lato come il nuovo Vescovo di Acireale fosse lietamente sorpreso di trovare nella sua diocesi un santuario dedicato alla Madonna di Loreto, esistente già da almeno due secoli e centro ancor vivo di devozione, e dall’altro come, essendo sorto in lui il desiderio di donare a questo santuario una fedele riproduzione della celebre statua venerata nella Santa Casa lauretana, si sia rivolto proprio al suo concittadino Manrico Marinozzi.

L’artista di Pollenza accettò molto volentieri l’incarico e profuse la sua arte nello scolpire, con particolare cura, perizia e devozione, la nuova statua, che una volta terminata venne spedita ad Acireale, creando così un nuovo collegamento spirituale e artistico tra le Marche e la Sicilia. "Nuovo" perché nell’isola la devozione verso la Vergine di Loreto ha una tradizione plurisecolare.

Come descrive il volume di Antonino Terranova, di cui è presente un estratto in questo stesso sito, nel 1925 la nuova statua della Madonna di Loreto del Marinozzi, dopo una prolungata esposizione in Cattedrale, venne portata processionalmente nell’antico Santuario posto a breve distanza dalla città e lì collocata in una cappella tra le figure dei profeti Davide e Isaia, opera del pittore Pietro Paolo Vasta. Al centro del Santuario resta la precedente immagine della Madonna di Loreto, una "Madonna col Bambino" opera di Matteo Ragonisi.

Mons. Cento restò vescovo di Acireale fino al 21 giugno dell’anno successivo, 1926, quando venne nominato Nunzio Apostolico, incarico che mantenne per vari decenni.

Creato Cardinale da Giovanni XXIII il 15 dicembre 1958, concluse la sua esistenza terrena il 13 gennaio del 1973. Il suo corpo fu riportato nella natia Pollenza, dove è tumulato nella chiesa di S.Antonio.

Meno di due mesi dopo, nello stesso anno 1973, il 5 marzo, in un ospedale di Ancona, il suo illustre concittadino, Manrico Marinozzi, rendeva la sua anima a Dio, a Colui che con verità si può dire sia stato la fonte primaria della sua ispirazione.

L'interno del Santuario di Acireale.
La statua della Madonna di Loreto scolpita
da Manrico Marinozzi si trova
in una cappella laterale.

Le opere di Marinozzi per la maggior parte non riguardano l’arte sacra in senso stretto, ma contemplare i suoi paesaggi, le sue composizioni floreali, tanti suoi bellissimi ritratti – anche quelli tracciati semplicemente su un foglio - vuol dire cogliere la "trasparenza di un’anima" aperta alla "luce", all’Autore di ogni bellezza e armonia, che come eco tangibile riusciva a trasfondere nelle sue tele o nel modellato delle sue sculture.

Più d'una furono le statue della Madonna di Loreto scolpite da Manrico Marinozzi. A una di queste, molto simile a questa di Acireale, si riferisce il critico d'arte Nello Biondi. Il suo giudizio può senz'altro essere valido per la statua commissionata dal Card. Cento per il Santuario lauretano siciliano (3). Riferendosi a due opere di Marinozzi presenti alla Mostra d'Arte Sacra di Montecassino, così Biondi si esprime:

"Due le opere esposte. Un grande tondo in legno, rappresentante la Madonna che stringe a sé, affettuosamente il Bambino. I capelli sciolti, sparsi con ordine, il panneggio della veste, visibile e composto. Le mani della Mamma e del Piccolo sono realizzate alla perfezione.
La statua della Madonna di Loreto con il Bambino sembra realizzata da un consumato e vecchio scultore altoatesino. Un'opera lignea altamente qualificante. Non sappiamo dove oggi sia collocata. Durante la visita ne rimase entusiasta il Legato Pontificio, grande ed illustre marchigiano, nato nel cuore dei Sibillini, l’Eminente porporato, Segretario di Stato, Cardinale Pietro Gasparri di Ussita. Si rallegrò molto con il giovane scultore pollentino, al quale predisse un brillante avvenire."

Tornando a contemplare questa statua della Madonna di Loreto venerata ad Acireale, cogliamo con più evidenza come i volti della Madona e del Bambino, i loro occhi come socchiusi, l’insieme compositivo soffuso di grazia e dai tratti particolarmente delicati, comunicano serenità e costituiscono un soave invito alla preghiera e all’umile "ascolto" di quanto Dio desidera comunicare ad ognuno di noi. (4)


Note
1.
Storia di un’anima, Man.A, 59 v°
2.
(Mons. Ercolano Marini, Arcivescovo di Amalfi, Il Prof. Giuseppe Moscati della R.Università di Napoli, Giannini, Napoli, 1930, pp.15-19.)
3. Vedi a questo proposito l'articolo di Nello Biondi, presente in questo sito, Manrico Marinozzi di Pollenza. Pittore, scultore, restauratore, intagliatore, intarsiatore.
4. Su questo argomento vedi anche: Il Santuario della Madonna di Loreto ad Acireale (Catania), di Antonino Terranova.


E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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