Pagine dal Diario di Santa Scorese 10 Novembre 1986 - 6 Maggio 1987 |
Avvertenza: Testo tratto dall'edizione curata dal Prof.Giuseppe Micunco per la Diocesi di Bari. Le citazioni bibliche riportate nelle note non sono indicate nel manoscritto, ma sono state inserite dal Prof. Micunco "per far rilevare la ricchezza del linguaggio biblico di Santa e favorire la lettura." Parole ed espressioni riportate in grassetto corrispondono a quelle che Santa Scorese aveva evidenziato nel manoscritto.
Bari, 10 novembre 1986 - h 22,00
Oggi è stata una giornata come tante altre e anzi non sono riuscita nel proposito che mi ero fatta: ricordarmi ogni tanto di Gesù e offrire a Lui quello che stavo facendo in quel momento (1). Mi rendo conto di come la routine di ogni giorno ti renda sterile e non si riesce a cogliere il buono e il bello delle cose. Ci vuole davvero una gran fede e tanta volontà per vivere bene!!!
Ho parlato con Giuseppe Gatti e lui dice che sono io che mi sento strana nei suoi confronti, ma che lui è sempre normale. È chiaro che non vuole ammettere, ma già il fatto che ne abbiamo parlato è, secondo me, un fatto positivo e un bel passo compiuto da me. Subito dopo, però, ho perso la pazienza con Giuseppe e Raffaele e mi sono rivolta male a loro e credo proprio che domani dovrò chiedere scusa: devo poi incominciare ad essere umile!
Ho sentito Sestilio per telefono perché è venuta Sandra a casa e l'ho fatta parlare con Lui. Sarà che era molto impegnato, ma l'ho sentito tanto preoccupato e penso che lo fosse anche per la sua condizione fisica. Era strano e in un primo momento mi ha chiesto come andassero le cose, ma poi sembrava molto freddo ed io mi sono sentita in imbarazzo ed ho subito chiuso.
Penso che gli scriverò un bigliettino ringraziandolo per l'aiuto che mi sta dando e così farmi sentire vicina, ma non so se sia giusto. Ora comunque smetto di scrivere e concludo chiedendo a Te, Padre, di stare accanto a tutti quelli che soffrono, ma anche a quelli che sono felici, perché la loro gioia sia piena (2). Ti affido Sestilio perché è una persona a cui tengo tanto e penso in fondo che anche lui ti voglia bene.
Bari, 16 novembre 1986 h 21,15
Rieccomi qui dopo aver vissuto un'altra esperienza alla Casa dell'Immacolata. A guardarlo ora forse non mi ha dato molto nel complesso, ma devo essere grata a Carmencita per lo spunto, per la meditazione che mi ha dato.
Certo, non ha ristabilito del tutto il rapporto con Dio, ma mi sono resa conto che non potevo continuare a vivacchiare così. Ho fatto allora un patto con Gesù: di continuare a combattere con Lui, ma che cercherò di opporgli meno resistenza per abbandonarmi di più a Lui (combattimento tra Dio e Giacobbe) (3). In effetti io devo imparare ad abbandonarmi di più a Gesù, ad aver più fiducia in Lui e credere che non mi tradirà mai. Inoltre devo imparare a riconoscere i volti di G.A. e amarlo. Se non imparo ad amarlo nei miei dolori come potrei capire i dolori degli altri? Mi ritornano in mente le parole di Irene quando disse che questo era G.A. da amare e basta. E poi devo pensare anche alla Desolata (4): lei amava e basta!
Non riesco a capire da dove abbia origine questo stato di "paranoia", ma penso che dovrei buttarmi fuori ad amare e non pensare a me stessa. Devo impegnarmi di più fuori della scuola, perché gli esami non possono limitare e forzare tutta la mia vita. Io ho sperimentato che se mi rendo utile agli altri, se amo, sono più felice, mi sento realizzata, ma ora non posso pensare di essere utile ai libri e né in questo momento i libri mi sono utili. Devo cercare di far tutto per amore Tuo, imparare a dire a Maria: teniamo G.I.M.
Mi ritorna in mente quella frase: "Tu fatti capacità, io mi farò torrente". Devo allargare il mio cuore e renderlo puro e umile (5). Sono queste cose che mi ripeto, ma è difficile riuscire ad amare sempre. Comunque bisogna ricominciare e mi sento più fiduciosa perché ho più fiducia in Te, mio Dio.
PS. Grazie per il dono di Carmencita.
Bari, 7 dicembre 1986 h 19,50
È tanto che non scrivo!
Sono successe tante cose in questo periodo, esperienze che sicuramente rimarranno per sempre nella mia mente e nella mia vita. Forse sono episodi che mi faranno decidere veramente quale scelta di vita fare. Ho scoperto cosa significa essere amati da qualcuno e posso dire che è una sensazione bellissima e che mi ha fatto sentire bene (per la prima volta) con me stessa.
In effetti mi sono resa conto di quanto sia capace ancora di amare tanto umanamente e questo mi porta a rivedere un po' cosa veramente desidero nella mia vita. Sto pensando che mi piacerebbe tanto avere un uomo da amare, dividere tutta la vita con lui, condividendo con lui l'Ideale. Credo infatti che se facessi la scelta di dono totale della mia vita a Dio sarebbe per me molto difficile essergli fedele non tanto nei fatti quanto con i pensieri. Forse Dio mi sta permettendo di fare certe esperienze per darmi la possibilità di scegliere bene. Ora non sento più il peso di una scelta e sono molto più tranquilla.
Sono convinta che qualunque sia la volontà di Dio, me la farà conoscere e non devo assolutamente pensare che il padre Faccenda mi ha detto che al 70% ho la vocazione alla vita missionaria, ma devo scegliere secondo la volontà del Padre (6). Signore ti ringrazio per chi mi hai posto accanto.
Che pasticciona che sono!!
Bari, 7 gennaio 1987 h 15,00
Eccomi qui! Oggi è ricominciata la scuola e provo una gran rabbia dentro perché riesco sempre a fallire! Era duro per me oggi ricominciare, ma avevo fatto il patto con Gesù e volevo vedere tutti quelli che avrei riincontrato, con occhi nuovi, come se fosse la prima volta che li vedessi, ma ciò non è successo.
Sono andata da Sestilio per ridargli il libro e lui si aspettava che io mi fermassi qualche minuto a chiacchierare, ma in modo molto staccato e scostante gliel'ho dato e sono corsa via. C'è rimasto male poverino! A scuola mi sono ritrovata di fronte alla realtà dei miei limiti e così non sono riuscita ad amare chi mi stava vicino (o, per esempio, Marcella). Con Sestilio sono stata proprio scontrosa, ma c'è qualcosa dentro che mi spinge a comportarmi così con lui. Forse ora gli voglio ancora più bene, ma ci sono state cose che mi hanno spinta a riflettere e così sento che devo cambiare atteggiamento, ma mi accorgo anche che sto sbagliando, quindi... devo rimediare. Ora smetto, ma riprendo dopo.
"Non tentare il Signore Dio tuo" (7) (Appunti).
Nella prospettiva biblica, il protagonista non è l'uomo ma Dio. Se si può parlare di una esperienza di lui appare tanto come il risultato di tentativi umani, quanto piuttosto della azione divina. Misteriosamente in modo concretissimo è Dio che cerca l'uomo (8). Ma egli lo strappa ai suoi calcoli e alle sue abitudini, brucia i suoi sogni, si rivela inaspettatamente con proposte e messaggi che sconvolgono la sua vita. Inevitabilmente lo mette alla prova (9).
"Segno dell'amore di Dio".
...Abbiamo bisogno di essere purificati perché lo diventi ed è per questo che egli, Padre buono e misericordioso, ci visita con la prova. Crea per noi, cioè, quelle situazioni di deserto, di solitudine affettiva, di rifiuto da parte di qualcuno, di lotta e tribolazione..., di cui abbiamo bisogno per essere liberati dai nostri idoli. È nella prova che viene a galla che cosa veramente abbiamo in cuore, che cosa c'è di autentico e che cosa no: si rivela cioè il nostro vero volto.
Non esiste vera conoscenza di Dio che non nasca nella solitudine di un deserto e non maturi tra le difficoltà della prova.
"Scegliere Dio".
Due cose dovrebbero essere chiare: 1) per fare esperienza di Dio bisogna avere il coraggio di fare delle scelte; 2) queste scelte devono avere precise caratteristiche.
"Libertà di dimenticarsi."
La vera soluzione del problema sta in una radicale inversione di rotta: passare dalla ricerca dell'essere amati alla scelta di amare in modo adulto e il più possibile disinteressato.
"Un cammino lungo."
L'importante è tener duro e andare avanti, riprendere la strada di ogni giorno, nonostante tutte le nostre freddezze, le nostre colpe.
Andare avanti, anche se a volte l'incontro con Cristo lo possiamo vivere solo come speranza, come desiderio ardente di una presenza che sembra sfuggire alla nostra presa, come nostalgia profonda di un amore che abbiamo intravisto ma senza poterlo possedere, come dolore per avere a volte preferito altri amori. Desiderio, nostalgia, dolore: innamoramento è anche questo. Storia di un uomo che fa esperienza di Dio cercandolo; storia di un Dio che si lascia trovare da coloro che ama e lo cercano. È la storia di ognuno di noi, scritta da Dio, vissuta in cuori di carne (10)".
Bari, 7 Marzo 1987 h 14,00
Sono veramente amareggiata!
Può sembrare strano, ma sento che Maria è così parte della mia vita che se qualcuno parla contro Lei sento che viene fatto del male a me.
Oggi Sestilio mi ha fatto davvero riflettere su alcuni atteggiamenti che i cattolici poi possono assumere. Come è possibile insistere dicendo che Maria non era vergine e dire che questo dogma è per deficienti?
Capisco che la ragione, la scienza, ti danno le prove che ciò non è possibile, ma credo che Maria non sia una come noi e che non capita certo ogni giorno che nasca un figlio che è Dio. Penso proprio che sia una grande cattiveria affermare inoltre che il papa dovrebbe pensare ai suoi affari piuttosto che parlare, nelle sue encicliche, di genetica. Mi chiedo: se Gesù oggi fosse tra noi non affronterebbe gli stessi problemi? E allora visto che il papa rappresenta Dio sulla terra, perché non dovrebbe ammaestrare noi cristiani? Oggi ho sentito che non potevo star zitta e lasciare che venissero dette queste cose senza che nessuno le smantelli.
Probabilmente non ho seguito la tattica gen, ma penso che chiunque al mio posto avrebbe cercato di difendere le tesi in cui noi crediamo per fede.
Pensavo a come la Madre e l'Eterno Padre stessero soffrendo in quel momento, e anch'io sentivo un grande dolore per questo. Se penso poi alla frase di Gesù sulla croce: "Madre ecco tuo figlio. Figlio ecco tua Madre" (11), vedo quanto siamo ingrati nei confronti di Maria, che proprio nel dolore più grande ha avuto tanto amore per accogliere non un solo figlio, ma un'intera umanità.
Bari, 11 marzo 1987 h. 21,15
Sento proprio il desiderio di ringraziare l'Eterno Padre per tutto quello che mi ha dato oggi. Grazie per aver fatto in modo che il mio lavoro fosse ricompensato giustamente. Ho capito quanto Tu mi ami e sai farti sentire vicino. Certo, ho visto il dolore degli altri, ma è stata l'occasione per farmi una con loro proprio come diceva Chiara nell'ultimo collegamento. Capivo che sì, dovevo gioire per me, ma che dovevo fare qualcosa anche per le mie compagne e il minimo che potessi fare era invitarle a casa per riscaldarci con un tè e cercare di fare unità. Mi è sembrato che, tutto sommato, forse qualcosa si è costruito. Per me è stato un superare me stessa perché so bene che la mia casa è piccola, misera, ma sentivo che questo non contava e che l'importante era amare proprio morendo a me stessa (12). Mi sono sentita più ricca e più amata. È proprio vero che solo quando si riceve e solo amando si è amati. Voglio ringraziare il Padre per il dono di Angelo. È importante la presenza di una persona come lui, con cui dividere l'Ideale, in un ambiente come quello scolastico. Non avrei avuto nessuno con cui parlare, aprire il cuore se non ci fosse stato lui. Ecco, mi sembrava, veramente che fosse Gesù lì con me a passeggiare amorevolmente su e giù con me, ascoltandomi.
Sono contenta anche di aver saputo riconoscere il volto di G.A. quando ho cercato di parlare con Sestilio. Non voglio che si rompa il rapporto di amicizia profonda, sincera, ma credo che sia difficile farglielo capire. Credo che lui faccia di tutto per evitare di trovarsi a parlare con me. Che fare? Forse dovrei solo aspettare che passi un po' di tempo, ma credo che dovrei soprattutto affidarmi a Gesù e cercare di avere come modello Maria, sicura della sua presenza materna.
Vedo come tutto dipende dalla mia predisposizione di animo a recepire i messaggi che Tu, Dio, mi mandi. Ti chiedo perciò un cuore nuovo (13), sempre rinnovato, aperto e disponibile. Ti chiedo la fedeltà di esserti sempre vicina e di avere Te come il mio tutto prima di tutto.
Grazie! Con serenità, Santa.
Bari, 16 Aprile 1987 h. 22,00
È davvero tanto che non scrivo!
Non so che cosa realmente mi spinge a fare questo, ma sento che c'è qualcosa che sta succedendo. È un periodo strano questo, in cui non riesco a vivere bene l'Ideale e mi sembra quasi che il mio prossimo non esista. Non riesco a trovare delle ragioni valide a giustificare tutto quello che faccio. Anche lo studio mi sembra vuoto: sento che arrivano gli esami e non mi sono ancora messa seriamente a studiare. Ma il problema non è tanto questo, quanto quello di non essere serena dentro, di lasciarmi prendere troppo dalla ragione, anziché vivere col cuore. Mi sembra di stare tornando la vecchia Santa che non conosceva l'Ideale. Sento che non devo lasciarmi andare, ma che ho bisogno di rinsaldare i rapporti con Dio e riscoprirlo Amore. Mi sento tanto limitata, piena di pregiudizi e giudizi riguardo alle altre persone. Sento anche che non riesco a costruire una vera unità con tutte le gen.
Oggi, però, ho scoperto che non sono la sola ad aver notato certi atteggiamenti che danno fastidio in alcune gen. Coglievo bene l'amarezza nella voce di Maria Rosaria e capivo come in lei c'è l'esigenza di chiarire ogni rapporto con le altre, per realizzare l'ideale.
Non credo che riuscirò mai a parlare chiaramente con Teresa e Rosaria perché sono due delle poche persone che mi mettono paura: sarebbe come parlare chiaramente con la Gentile. Forse terrò dentro tutto quello che penso non vada, ma se lo faccio è (forse) non tanto per paura, quanto per amore a Gesù che ho scelto, a Gesù Abbandonato.
È dura vedere i sorrisetti ironici di Teresa e Rosaria, oppure quel loro appartarsi, ridere, come se gli altri non esistessero, ma continuo a sopportarlo solo perché ho fatto una scelta ben precisa che non è però perdere la propria dignità. Mi sembra piuttosto che un fatto positivo sia l'unità che sta rafforzandosi tra me e Maria Rosaria. Abbiamo molto in comune, ma credo che quello che più ci accomuna sia voler vivere bene l'ideale, anche a costo di rimetterci le penne.
Comunque, secondo me, devo trovare prima di tutto un buon rapporto con Dio, essere pronta io, in prima persona, a dirgli di sì, a risceglierlo ogni giorno e poi preoccuparmi degli altri perché sennò vedrei solo la pagliuzza nell'occhio dell'altro senza vedere la mia trave (14).
Poi vorrei un'altra cosa: cercare di non affezionarmi troppo ad Antonio perché tanto finirebbe male e già oggi ho cominciato a capire che lui forse ha altri interessi ben lontani da Bari. È strano, però, il suo atteggiamento nei miei confronti, diverso da quello degli altri gen. Una cosa è certa: non voglio crearmi illusioni perché non ho proprio voglia di soffrire come è già successo.
Qualche proposito? Se ne potrebbero fare tanti, ma credo che quello più grande, più bello, più importante sia quello di voler aprire il mio cuore a Dio e agli altri riscoprendo veramente il grande valore dell'Ideale. Del resto se sono qui ora una gen è perché l'Eterno Padre vuole che sia così.
Bari, 6 Maggio 1987 h 21,10
Sono proprio a terra!
È un periodo che non riesco a concludere molto. Mi sento molto limitata e non riesco affatto a capire quanto possa essere importante per l'Eterno Padre.
Forse tutto questo dipende dal fatto che ho paura degli esami, che non riesco a concentrarmi e allora non riesco proprio a capire che senso ha lo studio.
Oggi ho sentito che Sestilio ha chiamato Roberta e Vincenzo e ha spiegato loro la questione di Mario Mazzoccoli, ma loro non hanno detto niente. Mi sorprende che Sestilio si fidi così di queste persone, ma forse parlo così solo per gelosia....
Quello che mi ha fatto un po' andare in crisi è stato sentire che se Mario e Ciccio saranno ammessi non prenderanno meno di 42. Che rabbia!
Mi rendo conto però che il Padre mi sta chiedendo tutto questo e allora vuol dire che Lui sa che ce la posso fare. In fondo questa è l'occasione per poter vivere G.A., il mio G.A. Lui del resto ha provato l'angoscia, il dolore (15) e allora posso provare anch'io ad amare questo suo volto. È comunque un po' difficile perché non sento molto l'unità delle altre gen, ma in fondo devo poter contare ugualmente su di loro e sulla presenza di G.I.M. a noi.
Note:
1. Cfr. I Cor 10,31.
2. Gv 17,15
3. Cfr. Gen 32,23 sgg.
4. Cioè Maria sotto la croce (cfr. Gv 19,25).
5. Cfr. Mt 5,8 ("Beati i puri di cuore") e Sal 50,12 ("Crea in me o Dio un cuore puro").
6. Cfr. Mt 6,10.
7. Mt 4,7.
8. Come nella parabola della pecorella smarrita (Lc 15,4 sgg).
9. Come, ad esempio con Abramo (cfr. Gen 22,1).
10. Ez 36,26.
11. Cfr. Gv 19,26.
12. Cfr. Mt 10,39.
13. Ez 36, 26.
14. Cfr. Mt 7,3.
15. Cfr. Mc 14,33.
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