Pagine dal Diario di Santa Scorese 2 Giugno - 31 Dicembre 1987 |
Avvertenza: Testo tratto dall'edizione curata dal Prof.Giuseppe Micunco per la Diocesi di Bari. Le citazioni bibliche riportate nelle note non sono indicate nel manoscritto, ma sono state inserite dal Prof. Micunco "per far rilevare la ricchezza del linguaggio biblico di Santa e favorire la lettura." Parole ed espressioni riportate in grassetto corrispondono a quelle che Santa Scorese aveva evidenziato nel manoscritto.
Bari, 2 giugno 1987 - h.10,45
Sono arrabbiatissima!
Ormai mi rendo conto, giorno per giorno, di come l’amicizia con Sestilio si sia spezzata. Poco fa gli ho telefonato perché volevo parlare con lui, ma si sentiva che aveva una voce fredda come il ghiaccio e sembrava proprio scocciato. Ho detto che mi interessava sapere se avevano fatto il consiglio, ma credo di aver fatto proprio una brutta figura; ero imbarazzatissima e non so come farò domani a guardarlo in faccia.
Ma, del resto Chiara dice che quando abbiamo sbagliato è inutile piangerci sopra, ma dobbiamo rimetterci subito ad amare. È quello che ho intenzione di fare subito. È strano, ma nonostante gli atteggiamenti strani di Sestilio, continuo a nutrire stima e fiducia in lui e forse non dovrei farlo perché è evidente che lui si rifiuta di essermi amico. Questo dolore forse è un volto di G.A. (1) e se è così devo amarlo. Questo del resto è un periodo pieno di dolori e ansie e a volte mi sento davvero abbandonata, ma cerco quanto più posso di riconoscere G.A. e di amarlo fino in fondo anche se questo è un po’ difficile.
È importante però il fatto che ora la mattina riesco a trovare il tempo per andare a Messa e incontrarmi con Gesù Eucarestia. Sento che questo incontro mi dà una carica maggiore per andare avanti e soprattutto non mi fa sentire sola. Ieri è stato il primo giorno che sono andata a Messa per poi tornare e mettermi a studiare. Questo può sembrare normale, ma invece la cosa importante e bella per me è stato sentire nel Vangelo: "Io ho vinto il mondo" (2). È stato proprio come se Gesù parlasse proprio a me e dicesse che Lui è con me sempre, fino alla fine (3), anche nel dolore. Sento anche di più l’unità con le gen e mi rendo conto di come debba essere io ora ad amarle per prima.
Continuo a non trovare una motivazione valida per studiare, ma quello che mi propongo di fare in questo periodo è compiere il mio lavoro così come lo ha fatto Maria nella sua umiltà e semplicità. Anche se il suo lavoro non sarebbe stato ricompensato degnamente Lei lo ha compiuto lo stesso e così voglio fare io.
Voglio provare ad essere quella "piccola Maria" che Chiara (4) ci invita ad essere in particolare in questo anno mariano.
Borgonovo di Pontecchio Marconi, 15 luglio 1987
È tanto che non scrivo ormai!
Mi scocciava scrivere perché avevo troppe cose da dire e forse è stato un modo per evitare di pensare cattiverie. È inutile quindi parlare del tempo passato anche perché il modo migliore per vivere queste situazioni dolorose è amare G.A. Sto facendo proprio questa esperienza ed è sicuramente il modo migliore per dare un senso alla vita quando tutto va storto. Eppoi io conto sull’unità delle altre Gen e su quella di tutti gli altri Gen: l’importante è tenere G.I.M. (5). Veramente non vedo l’ora di rivederle per poter stabilire di nuovo quell’unità fortissima che c’è.
Comunque ora sono qui per fare il corso di esercizi spirituali e devo vivere bene l’attimo presente. Certo non è come l’anno scorso perché non c’è la stessa gente e forse o soprattutto perché non sono nella disposizione d’animo giusta.
Una cosa mi risulta chiara (più o meno) ora e cioè che il mio posto almeno per adesso non è qui e che Dio vuole altro da me. Forse un giorno potrò finire qui o in un Focolare, ma per adesso fare la volontà del Padre (6) per me è studiare all’università e vivere bene l’Ideale nell’ambiente in cui mi trovo. Oggi pomeriggio c’è la relazione di padre Silvano e cercherò di mettermi in ascolto sperando dì non stancarmi molto.
[A questo punto Santa Scorese trascrive una preghiera di Robert Kennedy.]
L’Amore alla Croce
Mi abbandono, o Dio, nelle tue mani (7).
Gira e rigira quest’argilla
come creta nelle mani del vasaio (8).
Dalle una forma e poi spezzala, se vuoi!
Domanda, ordina, cosa vuoi che io faccia!
Innalzato, umiliato, perseguitato,
incompreso, calunniato, sconsolato, sofferente, inutile a tutto non mi resta
che dire sull’esempio della tua Madre:
"Sia fatto di me secondo la tua parola" (9).
Dammi l’amore per eccellenza, l’amore
della Croce, ma non delle croci eroiche
che potrebbero nutrire l’amor proprio, ma di quelle croci volgari,
che purtroppo porto con ripugnanza di quelle che si incontrano ogni giorno
nella contraddizione, nell’insuccesso,
nei falsi giudizi, nella freddezza,
nel rifiuto e nel disprezzo degli altri,
nel malessere e nei difetti del corpo,
nelle tenebre della mente
e nel silenzio e aridità del cuore.
Allora solamente Tu saprai che Ti amo,
anche se non lo saprò io,
ma questo mi basta.
Amen.
Robert Kennedy.
Palo del Colle, 18 ottobre 1987
È tanto che non scrivo, ma soprattutto sono accadute tante cose. È un periodo particolare perché siamo andati ad abitare a Palo (10) solo da due mesi, ma sembra proprio un’eternità ed è difficile ambientarsi, cambiare il ritmo di vita. Credo proprio che sia più semplice adattarsi ad una situazione più comoda da una scomoda che il contrario.
Solo da poco mi sto arrendendo all’idea che sicuramente il Padre ha un progetto, vuole darmi, chiedermi qualcosa, anche se non riesco a capire quali possano essere i frutti. Comunque so che bisogna fare sempre la Sua volontà e non voglio porre ostacoli (almeno quando ci riesco) al suo volere.
Quello che mi turba in questi due ultimi giorni è piuttosto qualcos’altro.
Avantieri sono stata dalle missionarie perché dovevo parlare con Carmencita
(11). Per la strada mi ero preparata il discorso, pronta a dire che avrei fatto ben poco per la Milizia (12) e che sempre avrei preferito gli incontri di unità o altri incontri del Movimento. Ero proprio decisa.
Quando abbiamo parlato, abbiamo discusso molto sulla strada da percorrere, sui miei dubbi riguardo la morte ed altre cose, ma io pensavo a come fare per dire a Carmencita, senza offenderla, che non mi importava molto della Milizia.
Ad un certo punto Carmencita voleva farmi una domanda, ma ha detto che forse non avrebbe dovuto, ma io le ho chiesto di porla lo stesso. Lei mi ha chiesto: "Ma perché tu fai parte della Milizia e del Movimento dei Focolari?". Era ciò che volevo mi chiedesse e allora ho detto ciò che pensavo a riguardo, ma soprattutto le ho detto che non sceglievo questo o quel movimento, ma Dio, e Dio soltanto, al di là delle amicizie, delle simpatie. Ho detto però anche che ritengo che Maria sia alla base dell’ideale gen e che la vita di ognuna di noi deve essere la vita di Maria, ma che preferivo solo cercare di essere Maria, ma non di farla conoscere così come fanno loro. La cosa che ho aggiunto poi è che io scelgo l’ideale gen perché mi è più conveniente, si confà di più al mio carattere. Io non amo parlare agli altri dei miei sentimenti e tantomeno di Dio o di Maria.
Non so come Carmencita abbia accettato questo discorso. Io dopo, ripensandoci, per l’ennesima volta mi sono detta che sono una stupida. Come posso io che sono consacrata a Maria accettare di conoscerla, di vivere come Lei, con Lei, ma di non farla conoscere usando la parola? Mi sto dicendo: come è possibile separare le due cose? Penso che se avessi qualcosa di bello lo metterei in mostra, vorrei che anche gli altri l’ammirassero, l’amassero come me e allora come non cercare di donare l’Immacolata agli altri?
A questo mi ha spinto una meditazione che ho fatto su Maria e i gen.
Chiara dice che Maria è stata la prima, dopo Gesù, a realizzare l’Unità e io penso che Lei l’abbia realizzata in modo profondissimo dando la vita al Dio che si fa uomo. È questa un’unità perfetta.
Allora io posso realizzare l’unità chiesta da Gesù attraverso G.A., ma anche attraverso Maria. Però devo far conoscere la Madre. Qual è il problema ora? Sto pensando che invece di impegnarmi tanto come gen dovrei impegnarmi seriamente come milite. Sono pochi i pilastri a Bari per la Milizia ed io potrei fare qualcosina per rendere più salde le fondamenta. Del resto quello che mi dico è questo: non mi piace parlare alla gente? Bene, è proprio questo che dovrò, con umiltà, imparare a fare perché non è giusto fare solo ciò che ci piace (vivere solo il Vangelo o cantare nel complesso con le gen), ma buttarci fuori di noi stessi e amare così gli altri. Del resto se si è pieni di Dio, dello Spirito Santo, non si parlano, forse, anche le lingue che non si conoscono? (13) Mi riferisco al Vangelo.
Credo che il Signore e l’Immacolata mi stiano ponendo di fronte ad una scelta, che stiano chiedendomi la via del servizio, ma vero, agli altri. E assurdo! Se penso che ero andata a Palese (14) così sicura, convinta, pronta a sfidare il mondo perché volevo appartenere solo all’Opera di Maria (15) e invece ora forse è proprio Lei che mi chiede di tagliare con tutto ciò che è comodo, piacevole, per imparare ad essere più umile, e imparare il distacco dalle cose che sembra che amiamo per Dio, ma lo facciamo solo per il proprio io. Sì, credo che questo senso di insoddisfazione che mi porto dietro da questa estate e quindi anche durante e dopo il congressino sia dovuta al fatto che io stavo con le gen, cercavo di vivere l’Ideale (16) non per Gesù e basta, ma prima di tutto per me.
Non so bene cosa farò, forse dovrei parlarne con Irene e con le gen e cercare con G.I.M. di vedere cosa fare. Intanto domenica c’è la giornata post-Mariapoli (17) e forse potrà essere la chiave risolutrice della cosa.
La cosa più importante è tenermi stretta a Gesù riconoscendo che questa situazione, questa incertezza è un volto di G.A. e devo amarlo. Cercherò, anche se dovesse costarmi cara, di fare comunque la volontà del Padre.
Santa
Palo del Colle, 22 ottobre 1987
Il Signore mi sta davvero limando (come dice Carmencita)!
Sembrano tante coincidenze gli avvenimenti di questi giorni, ma mi rendo conto che comunque tutto è sempre volontà del Padre.
Qualche giorno fa ho saputo che il signor Aldo (18) è morto in luglio e che durante la sua malattia, quindi il suo ultimo periodo di vita, nominava solo un nome: Santa. Molto probabilmente sono io quella perché il signor Aldo non aveva nessuno più. Quando ho saputo questo e ho saputo anche che è morto come un cane senza funerale ho sentito congelarmi il sangue.
Ho pensato a quanto amore potrei dare se solo imparassi ad amare liberamente, gratuitamente e nello stesso tempo penso che il Signore nonostante i miei limiti, le mie cadute, mi ama di un amore tanto grande da avere fiducia in me ed usarmi come strumento per realizzare veramente l’unità. Questa vicenda mi spinge a pensare che sono anche, forse, stupidi tutti i problemi che mi pongo: gen o milite etc., che sono solo sigle, ma l’importante, al di là di tutto è amare, ma amare per Lui e solo per Lui.
L’Amore non ha barriere, etichette, ma è l’Amore e basta, che ti entra dentro e che è così caldo che devi trasmettere per forza il suo calore a chi ti vive accanto.
Probabilmente questo è un momento di grazia particolare per me, ma sento che ancora una volta devo buttarmi ad amare, ricominciare proprio morendo a me stessa (19).
Sono sicura che Maria è stata sempre piena di Dio perché ha sempre amato, perché si è annientata in Lui e ha vissuto solo per amore Suo. Allora, posso cercare di essere una piccola Maria, sicura che Lei anche mi è compagna, Madre, amica e che mi ama e forse qualche volta ride del mio modo di essere, di agire, ma in fondo… mi vuole un gran bene!!!
Santa
Palo del Colle, 13 novembre 1987
Quante cose sono successe!
Ho cominciato l’università! Pensavo che l’impatto sarebbe stato più duro, ma tutto sommato devo dire che mi trovo abbastanza bene. Ho incontrato Angela, una ragazza della C.R.I. (20), e ho conosciuto una ragazza di Cisternino: Nunzia. Seguiamo insieme le lezioni e ci stiamo affiatando. Penso che la cosa più importante sia mostrarsi sereni ed essere soprattutto disponibili nei confronti degli altri. Ho già prestato i primi appunti di istologia, ma non li ho ancora riavuti, ma sono pronta a perdere e a ricopiarmeli.
Quello che mi sono proposta è di mettere Dio al primo posto, di fare tutto per Lui, di amare Lui nei colleghi, nei professori e nei libri. Mi propongo di fare bene il mio dovere fino in fondo pronta anche a perdere se necessario. Quando ho fatto più o meno il conto del denaro che ci vuole per i libri mi sono spaventata e quando papà ha detto che avrebbe chiesto il prestito all’ENPAS per pagarli mi sono sentita in colpa e ho sentito anche una grande responsabilità su di me. Ora ho scelto questa strada e devo cercare di percorrerla nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile, non solo per me, ma anche per i miei genitori. Penso che sarebbe una cattiveria non far bene il mio dovere sapendo che c’è chi fa dei grossi sacrifici per me. Certo io non devo sentirmi fortemente in debito nei loro riguardi, perché se loro lo fanno è per amore e l’amore è gratuito, ma voglio far bene tutta la mia parte comunque.
Allora: al lavoro!
Chiedo solo all’Eterno Padre di essermi sempre accanto e farmi fare solo la sua volontà (21) con l’umiltà della Madre (22).
Poi è successa un’altra cosa che mi ha sconvolta: è morta Maria Trotta.
Io non riesco ancora a crederci perché il lunedì prima che morisse l’ho vista e stava davvero bene. Ha avuto un ictus ed è stata male due giorni; poi è morta.
È stato un episodio che mi ha fatto riflettere molto, perché tante volte ci affanniamo ad accumulare beni materiali, ma non serve a niente perché non siamo padroni della nostra vita (23) e il Signore ci chiede sempre qualcosa di più.
Penso a quanti sacrifici aveva fatto Maria per avere di nuovo il suo palazzo, tutto di nuovo in ordine, e quando ha ottenuto ciò è morta. Mi veniva proprio da pensare a quello che dice Gesù: "Guardate gli uccelli del cielo, non hanno grano e Dio li nutre. I gigli del campo non filano e non tessono ed io vi dico che neppure Salomone in tutta la sua gloria fu mai vestito come uno di loro. Se, dunque, Dio riveste l’erba che oggi è nei campi e domani si getta nel fuoco, quanto più dell’erba voi rivestirà. Voi valete molto di più..." (24).
L’uomo si affanna per tante cose, le più grandi e anche per le più piccole come il cibo, ma il Padre provvede lo stesso. Noi non ci rendiamo conto di questo amore immenso e disinteressato e siamo convinti che dobbiamo guadagnarci tutto con le nostre forze. Siamo stolti!
Palo del Colle, 17 novembre 1987
Sono proprio frastornata o come si direbbe... in crisi!
Tutto è cominciato da domenica e anche forse da qualche giorno prima.
Avevo cominciato a pensare che la facoltà di medicina forse non era per me fin quando avevo visto il totale da pagare per i libri e papà aveva detto che avrebbe chiesto il prestito all’ENPAS, ma la cosa più grave è accaduta domenica. Sono stata alla giornata di preghiera alla Casa dell’Immacolata e mi sono rimessa in discussione davanti a Dio. Ho sentito Dio che parlava al mio cuore in un modo diverso, in quel modo che ho sempre cercato di evitare di ascoltare, ma era impossibile domenica non sintonizzarsi sulle onde di Dio e di Maria.
Come non mai ho sentito quanto fosse importante Maria nella "mia" vita, come donna, compagna, Madre e modello.
Quando don Tonino ha detto che anche Maria ha passato le notti buie dello spirito, allora sì, ho sentito che la Madre poteva essermi compagna, condividere davvero tutto con me. Non è solo l’Immacolata, ma è la donna che si fa donna con me, che mi aiuta ad essere donna.
Sentivo proprio fortissima l’unione col Signore e con Maria.
È stato uno di quei momenti in cui lo spirito trova pace, ma nello stesso tempo sussulta di gioia, perché prova la gioia piena (25) che è solo in Dio.
Credo che fino ad ora ce ne siano stati pochi di momenti come questi e la cosa più bella è stato consegnare le chiavi del mio cuore, della mia anima al Signore. Non lo avevo fatto o se lo avevo fatto era stato giusto per fargli fare una vacanza, ma domenica ho guardato in fondo in fondo e mi sono abbandonata a Lui, che disponga secondo la Sua volontà della mia vita. E a questo punto mi è ritornato il grande dubbio sulla facoltà. Il dubbio nasce non dal fatto che io tenga tanto a laurearmi, quanto dal fatto che mamma e papà ci tengono e faranno sacrifici per me.
Ho pensato di cambiare facoltà e studiare filosofia, ma Angela mi ha sconsigliato questa scelta dicendo che avrebbe visto meglio scienze biologiche. Io ho rifiutato subito l’idea di biologia perché c’è un esame di matematica ed uno di fisica, ma ieri ho incontrato Costanza che mi ha rassicurata sull’esame di matematica e mi ha detto che posso tranquillamente iscrivermi, ma ho ancora qualche dubbio. Oggi parlando con mamma ho detto che se trovo lavoro lascio comunque l’università e giustamente lei mi ha detto di non fare medicina (facendo consumare loro tanto denaro), ma a questo punto di fare biologia e poi mi ha detto che mi vede molto indecisa: lo credo bene!!!
Per essere sinceri ho fatto un patto con Gesù (forse non è un patto, ma un ricatto o una sfida). Gli ho detto che se Lui vuole che io lasci gli studi per seguirLo deve fare in modo di farmi avere un buon lavoro. Però tutto sommato questa è una vera e propria sfida che io gli lancio per non prendermi le mie responsabilità, ma davvero non so cosa fare. Penso che comunque il Signore se vuole qualcosa la ottiene ed anzi sono io, Padre, che ti chiedo (anche andando contro la tua naturale inclinazione) di usare violenza su di me se vuoi qualcosa e se io non so decidermi.
Una cosa ho scoperto: che Dio è veramente l’unico incrollabile punto fermo della vita di ognuno di noi. Sento come ora, nonostante il trambusto che c’è dentro, la sua presenza dona tranquillità e fiducia, fiducia che non sono sola, che Lui mi ama comunque, anche con i miei limiti, e sento anche la necessità di risceglierlo ogni giorno come la cosa più importante per me, per la quale vale la pena di lottare, soffrire e morire.
Però, se penso a Dio, misurando quello che fa con il metro umano, mi sembra addirittura che eccede nell’essere misericordioso e Amore. Forse il Suo amore è troppo infinito. Noi riusciamo solo a sciupare questo dono, con i nostri limiti, con le nostre miserie, con le nostre piccolezze.
Sì, mi sento misera, gretta, un nulla se penso che il Signore mi ama dell’amore che ha nutrito anche per i Santi (già per il fatto che ha voluto che nascessimo sulla stessa terra e nello stesso modo) e che vuole che io diventi santa.
A volte penso che veramente anche il mio nome è qualcosa che Dio ha voluto dare a me perché contribuisse alla mia santità. Probabilmente io ho bisogno di ricordare più spesso (perché lo dimentico) quale è il fine a cui deve tendere la nostra vita.
Forse la cosa migliore è abbandonarmi completamente nelle mani del Padre e vivere bene l’attimo presente proprio per farlo momento per momento. Comunque sento di dover lodare e ringraziare il Signore per il Suo immenso Amore che nutre per me e per avermi donato la vita insieme ad una infinita Libertà. Grazie Padre!
Palo del Colle, 11 dicembre 1987
Avrei dovuto scrivere qualche giorno fa, già, ma non ho avuto tempo o forse non ho voluto trovarlo.
Certo che questo è stato un periodo molto intenso come attività nell’ambito della Milizia. Prima di tutto devo dire che ho deciso di andare solo alle giornate grandi del movimento dei Focolari perché ritengo che io mi stessi attaccando molto a livello umano a quella gente, a quelle cose e che Cristo importasse ben poco.
Forse facevo tutto solo per me e non vivevo veramente l’Ideale e poi credo che una cosa molto importante sia sentirsi a proprio agio nel luogo in cui ci si trova ed io con le pope e con qualche gen non lo ero. Secondo me, sentirsi a proprio agio significa accettare l’altro, ma solo in funzione dell’accettazione di Dio. Alla Casa dell’Immacolata mi sento a casa mia e in essa mi muovo liberamente perché soprattutto colgo la semplicità dello stile di vita che si addice molto al mio.
C’è ancora un problema: non ho parlato né con Irene né con le gen e per amore nei loro confronti dovrò farlo al più presto. Sono stupida, ma mi sembra, a volte, come se facessi un torto a queste persone, ma poi mi dico che l’importante è avere scelto Dio e Lui solo, al di sopra di ogni altra cosa.
Diceva p. Ghezzi in una meditazione sull’Avvento che Dio mi ama al di là della mia appartenenza a questo o a quel gruppo, ma ama me e basta così. E quello che più mi colpisce è che Dio è appassionato dell’uomo ed è Lui a venire alla ricerca di me.
Ma se volessi dire tutto ciò che mi ha colpito di quella meditazione non la finirei più. A proposito di ciò che ho fatto in questo periodo devo dire che ho preso veramente un impegno con l’Immacolata e ho cercato di farla conoscere.
Sono andata nella scuola di Dora e abbiamo fatto fare la Consacrazione ai bambini ed è stato molto bello perché si sentiva come loro anche erano contenti di questo Dono che veniva dato. Però, forse non è stato questo gesto di consacrazione a farmi riflettere, ma un avvenimento accaduto mentre andavo a scuola. Quel giorno che sono andata a preparare i bambini, mentre stavo aspettando l’autobus, è passato il corteo per la commemorazione della morte di Benedetto Petrone ed il corteo era guidato da Vincenzo che scandiva slogans al megafono. Mi sono sentita come il Padre Kolbe quando vede passare a Roma il corteo dei massoni e lui sente che deve lavorare per portare l’Immacolata.
Io ho messo a confronto me con Vincenzo. Lui non lo condanno perché sente l’esigenza di un ideale, di qualcosa di grande in cui credere e combatte per questo, solo che è un ideale, non l’Ideale. Pensavo a quello che scriveva Rossana La Ragione: "i giovani cercano un ideale, ma a volte lo cercano ad un indirizzo sbagliato. Capita a tutti di andare a cercare un amico ad un indirizzo sbagliato."
E proprio così. Penso che se quei giovani impiegassero le loro energie per portare al mondo il Vangelo, molta gente si salverebbe ed è un vero peccato che i giovani sprechino così inutilmente le loro energie, per delle utopie. Poi ho guardato me, ferma ad aspettare il puliman per poter portare Maria a dei bambini e veramente ho ringraziato e ringrazio il Padre per avermi guardato con uno sguardo così pieno di amore e per avermi dato l’Immacolata.
Sento proprio di essere amata fino in fondo e di un amore specialissimo. D’altronde sento anche la responsabilità che abbiamo noi di evangelizzare il mondo (26) e farlo prima di tutto con la nostra vita e essendo pronti a darla per gli altri.
In quel momento ho sentito di non essere sola, ho sentito la Sua mano su di me e ho ricordato le parole di P. Kolbe: "Chi è dell’Immacolata non andrà perduto".
Borgonovo, 31 dicembre 1987
Sono qui a Bologna perché sentivo l’esigenza di stare un po’ qui e avere la possibilità di stare sola con Dio e sotto la protezione continua di Maria.
Ebbene! E una esperienza bellissima!! Ma è come gli esercizi, per cui sei bene o male costretta a fare quello che fanno gli altri, ma sono libera di fare ciò che voglio anche se Rosanna bene o male cerca di organizzarmi la giornata.
Note
1. Vedi nota 6 del Diario del 15 agosto 1986.
2. Gv 16,33.
3. Cfr. Mt 28,20.
4. Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari.
5. Vedi nota 17 del Diario dell' 8 novembre 1986.
6. Cfr. Mt 6,10.
7. Cfr. Lc 23,46.
8. Cfr. Is 64,7.
9. Cfr. Lc 1,38.
10. Nel 1987 la famiglia Scorese si trasferì da Bari alla vicina Palo del Colle, paese d'origine della madre di Santa. Il padre era invece originario di Muro Lucano, in Basilicata.
11. Carmencita Picaro, Missionaria dell'Immacolata-P.Kolbe, che l'ha seguita spiritualmente e dopo il martirio di Santa Scorese ne ha scritto la prima biografia.
12. La "Milizia dell'Immacolata", fondata da S.Massimiliano Maria Kolbe. Qui Santa si riferisce al suo ruolo tra le Missionarie dell'Immacolata-P.Kolbe.
13. Cfr. 1 Cor 14,2.
14. Bari Palese, dove in via Napoli c'era la sede delle Missionarie dell'Immacolata.
15. Denominazione ufficiale del movimento dei Focolari, che comprende anche i Gen.
16. "Ideale": termine usato da Chiara Lubich per indicare la spiritualità del movimento dei Focolari da lei fondato.
17. Incontro periodico nell'ambito del movimento dei Focolari.
18. L'anziano dell'ospizio spesso visitato da Santa, che con pazienza era riuscita a stabilire con lui un rapporto di comunicazione autentica.
19. Cfr. Mt 10, 39.
20. Croce Rossa Italiana. Dopo aver frequentato i corsi prescritti, Santa era Volontaria della C.R.I.
21. Cfr. Mt 6,10. L'espressione ricorrerà tante altre volte e non la noteremo più.
22. Cfr. Lc 1,48.
23. Cfr. Lc 12,16-21.
24. Mt 6,26 sgg.
25. Cfr. Gv 17,13.
26. Cfr. Mc 16,15.
Diario: 10 Novembre 1986 - 6 Maggio 1987 | Diario: 6 Febbraio - 13 Aprile 1988 |
"Orizzonti dello Spirito" |