Itinerario spirituale di Santa Scorese - 3

Giuseppe Micunco

Lettere prima del Diario * Diario: fino agli esami di Maturità (2) * Dalla Maturità fino alla fine del Diario (2) : Un Dio esigente - Un Dio che è presenza e che le parla - Un linguaggio intessuto di Sacra Scrittura * Dalla Maturità alla fine del Diario (3) * Dalla Maturità alla fine del Diario (4) * Lettere dopo il Diario

Dalla Maturità fino alla fine del Diario (2)

La fase dell'intima unione. In una terza fase Santa sembra andare definitivamente al di là di ogni scelta concreta (Missionarie, amiche, università... realtà tutte che continuerà peraltro ugualmente a vivere) e ricercare una contemplazione-unione mistica con il Signore.

"La cosa più bella è stata consegnare le chiavi del mio cuore, della mia anima al Signore..." (Santa Scorese)
[Immagine appartenuta a S.Teresa di Lisieux]

Si sente sempre più sola con il Signore: "Ricordo bene - dice ripensando al momento del suo sì - la sensazione di libertà, di gioia che ho provato quando ho detto il mio sì a Dio, ma è stata una cosa bellissima, tra me e Lui". A volte sperimenta anche il silenzio di Dio: "Sto vivendo la tentazione di chiedermi se vale veramente spendere l'intera esistenza per un Dio che non si vede, un Dio che nonostante tutto continua a tacere! Ho letto l'altro giorno, facendo meditazione, che nonostante Dio taccia sempre, dietro ogni silenzio c'è il suo respiro. È bellissimo, ma è anche tanto difficile da comprendere". Altre volte ha l'impressione che tutto congiuri contro di lei (la famiglia, le amiche, Carmencita stessa, e infine anche il maniaco che ha cominciato a perseguitarla, che l'aggredirà una prima volta e infine l'ucciderà), e si affida a Maria e al Signore: "Sentivo proprio fortissima l'unione col Signore e con Maria. - aveva già scritto - È stato uno di quei momenti in cui lo spirito trova pace, ma nello stesso tempo sussulta di gioia, perché prova la gioia piena che è solo in Dio... la cosa più bella è stata consegnare le chiavi del mio cuore, della mia anima al Signore... e mi sono abbandonata a Lui, che disponga secondo la sua volontà della mia vita".

Ma questo, nonostante tutto, credo sia il periodo più bello: "So solo che ho un grande desiderio di vivere in profonda comunione con Lui". Il canto di Santa si esprime prevalentemente attraverso le parole dei Salmi, attraverso un suo personale, spesso poetico linguaggio: "Sei l'acqua cristallina e pura in cui la mia anima vuole specchiarsi e di cui ha sete (27). Se non avessi te, Signore della mia vita, del mio respiro e del pulsare del mio cuore, io non sarei (28). Sono perché Tu mi hai pensata fin dall'eternità e ti sei compiaciuto in me. Mio Dio, mio tutto, voglio cantarti con gioia ogni attimo perché fai grandi cose in me e... mi hai fatto come un prodigio" (29).

Canta i prodigi e le meraviglie che Dio compie ("solo tu compi grandi prodigi, Signore del Creato"); lo adora presente nel Tabernacolo ("Ancora di più ho sperimentato la potenza e la grandezza del Tabernacolo... Ho imparato a stare davanti al Signore anche quando il mio corpo si ribella, vorrebbe muoversi, camminare"), nell'Eucaristia ("Grazie Gesù per essere rimasto con me, per aver pensato di rimanere fino alla fine nel sacramento dell'Eucarestia"), negli altri, anche in chi la fa soffrire ("Grazie per tutti quelli che mi hai fatto incontrare nella vita perché ognuno è un dono, anche chi non mi piace"); lo contempla misticamente nella natura (dalla notte di stelle: "Grazie!!! Ti amo Signore anche in questa notte, perché mi mandi le stelle!!", al filo d'erba: "Ti sento nel vento fresco che viene a rinfrancare il mio corpo. Ti sento nell'aria pura che arriva nei miei polmoni e mi dà vita. Ti colgo nella semplicità dell'erba, dei fiori che si piegano davanti a Te, l'Onnipotente... Ti ringrazio anche per quelle formicuzze che si affannano a portare via la briciola che è caduta dal mio panino: Tu sei la Provvidenza e mi rendi Provvidenza. Non ha senso vivere per l'erba, eppure Tu le dai vita e sotto il cielo azzurro ti canta le sue lodi").

Sente vicina la povertà e la piccolezza di S.Francesco ("Francesco mi ha suscitato questa coscienza: di non preoccuparmi di ciò che accade perché il Padre sa di che cosa ho bisogno"); fino a spiccare il volo: "Vorrei avere le ali di un'aquila e spiccare voli sempre più alti verso di Te, che sei l'altissimo e non accontentarmi delle basse quote", nell'ormai nota pagina del Diario, in cui Scrittura, contemplazione, poesia, preghiera si sintetizzano splendidamente. Non è certo un caso che il Diario si chiuda, si può dire (c'è poi ancora una sola ultima pagina), a questo testo. Il Diario è servito a Santa per parlare con il Signore (si chiede a volte perché lo scriva: "Non so nemmeno perché sono qui a scrivere, ma ho dentro una grande gioia perché sento la presenza del mio Signore"), direi per arrivare a questo punto. Ora lei e il Signore sono una cosa sola: ha raggiunto quell'unità tante volte cercata.

Un Dio esigente

Questo conflitto dell'animo Santa non lo vive tanto con le persone o le situazioni, quanto con Dio stesso. Un Dio che la cerca, la previene continuamente, non la lascia in pace, fino all'ultimo, fino al martirio...

Un Dio che lei sempre più vede come Amore, nel mistero trinitario (invoca le tre Persone nella stessa preghiera: "Ti chiedo Gesù di non lasciarmi e di darmi la capacità di ascolto... Ti chiedo, Signore, ... che ogni giorno sia sempre più radicata in Te, forte della tua presenza, alimentata del tuo Spirito... Preghiamo insieme il Padre che continui ad amarmi ogni giorno di più"; dà un'impostazione trinitaria alla sua vita: "Guardando alla mia vita, a questo ultimo anno, devo dire che ci sono stati gli strumenti che mi hanno spinto a soffermarmi sulla Trinità, sullo Spirito Santo soprattutto e sento che mi sta diventando più familiare, ma capisco anche che è solo l'inizio, perché solo quando riuscirò a prendere veramente Maria come modello di stretta relazione con la vita trinitaria, solo allora potrò dire di stare camminando verso la santità, sulla via migliore"). Un Dio che ama come nessuno sa amare, "Padre, Fratello, Sposo" (30).

Un Dio esigente, assoluto, che vuole il suo amore tutto per sé e Santa ci sta: "Certo mi sto proprio rendendo conto del fatto che basta dire un piccolo iniziale e timido sì al Signore che Lui subito te ne chiede di altri e altri, di continuo e nel dolore, nella sofferenza, ma assicura la sua presenza costante... Allora ecco che ti chiedo, mio Dio, di darmi di essere fedele e di essere pronta a morire a me stessa perché tu venga lodato ed esaltato per la Tua potenza e immenso amore".

Ma è una lotta. Più volte Santa richiama la lotta di Giacobbe con Dio (31), un accostamento commovente: la piccola Santa come il patriarca Giacobbe... a lottare con Dio; lo dice a modo suo: "Vorrei imparare a guardare un pochino con gli occhi di Dio, di questo Dio che permette che mi faccia tentare, di questo Dio che lascia che i miei soffrano, lottino per non lasciarmi partire, di questo Dio che si è innamorato di me senza sapere che si è andato a cercare un guaio. Non sto esagerando! Mi sento davvero a pezzi; è come se stessi combattendo, ma non so bene se con Dio o contro le tentazioni". E poi ancora la sofferenza di Gesù nel Getsemani, che prega il Padre di allontanare il calice della Passione ("Ecco mi sento proprio come Gesù nell'orto degli ulivi: "Padre, allontana da me questo calice, ma sia fatta la tua e non la mia volontà" (32)... Io ho detto a Dio di fare la sua volontà e non la mia, e ora mi trovo qui a non capire più niente. Non mi resta altro da fare che pregare. Gesù per non cadere in tentazione ha chiesto ai discepoli di rimanere con lui e di pregare, ma loro si sono addormentati (33) e Pietro, però, poco dopo lo ha rinnegato (34). Gesù ha continuato a pregare e a piangere, ma è stato fedele fino alla croce. Mi voglio rifare all'esperienza di Gesù chiedendo a te, Padre, di sostenermi nella preghiera. Mio Dio, ti amo!") o quella di Maria, che Dio "mette nei guai", chiedendole il sì e lasciando poi a lei di affrontare tutte le conseguenze (quando deve decidersi a parlare ai genitori della sua scelta di consacrazione, Santa ripensa a Maria "che aspettava Gesù e nessuno lo sapeva e Lei doveva dirlo, l'avrebbero vista col pancione..."; "in questi giorni penso a Maria, a chissà quanto avrà dovuto subire lei per quel Figlio che portava in grembo e che era il Figlio di Dio"); o di Pietro che vuole camminare sulle acque (35), ma deve lottare contro la propria debolezza di fede; lui che promette fedeltà, ma poi finisce col rinnegare il Signore: "Non so cosa mi farà fare, dove mi manderà, ma voglio fidarmi di Lui fino in fondo anche se oggi mentre ci ripensavo non mi sembrava vero pur sentendo la gioia, e mi veniva di guardare i miei piedi che cominciavano a camminare sull'acqua come Pietro"; ma poi: "Mi sento così, sento che non sto 'camminando sulle acque'... Ho bisogno di riscoprire Dio come una roccia (36) e mio unico bene (37), mio tutto".

Muro Lucano, paese d'origine del padre di Santa Scorese. Più volte Santa vi ha soggiornato e qui ha scritto le prime pagine del Diario.

Santa è consapevole della totale alterità di Dio (l' "Altissimo", l' "Onnipotente", il "Signore del creato"), ma sa anche che questo Dio si è fatto a lei (e a tutti gli uomini) vicino, anzi presente, in Gesù Cristo attraverso Maria. E loda e ringrazia il Signore per questo suo infinito amore e per le meraviglie che compie in lei, ma anche in tutti: nei genitori, nelle amiche missionarie, nei sacerdoti con cui parla, in tutte le persone che le ha posto accanto. Il Signore è presente con la sua provvidenza - tante volte ricorda i "gigli del campo" (38), anche attraverso fatti che potrebbero sembrare insignificanti, come dei parenti che inaspettatamente vengono in visita a casa sua proprio nel giorno in cui ha comunicato la sua scelta e il clima creatosi sarebbe stato imbarazzante e insopportabile per tutti:

"È stata la Provvidenza a mandarli!! Io, infatti, poco prima avevo detto al Signore: "Signore, non ce la faccio a stare sola con loro tutto il pomeriggio. Come sarei più sollevata se venisse qualcuno!" E sono arrivati! Di fronte a questo Dio che ti ama così e sa veramente e risponde a tutte le tue necessità come puoi non sciogliere il tuo cuore e amarlo a costo di morire per lui?"

Un Dio che è presenza e che le parla

La presenza del Signore, che avverte sempre in sé quasi in maniera fisica, oltre che nella sua Parola, nella messa (è assidua sempre alla messa quotidiana; quando, come nei giorni in cui è a Muro Lucano, non può andarci lo annota con dispiacere: "non sto nemmeno andando a messa perché al mattino non ci sono messe e al pomeriggio c'è sempre qualcosa da fare"), nella confessione (che arriva ad essere 'confessio laudis': "nella confessione ho soprattutto voluto ringraziare per tanta bontà"), davanti al Tabernacolo, negli altri (in particolare nei poveri), a volte Santa sembra viverla in maniera più forte; dà l'impressione che il Signore le parli direttamente: non parlerei propriamente di rivelazioni, ma certamente di comunicazioni interiori molto forti:

"Ho sentito Dio che parlava al mio cuore in un modo diverso, in quel modo che ho sempre cercato di evitare di ascoltare, ma era impossibile domenica non sintonizzarsi sulle onde di Dio e di Maria. Come non mai ho sentito quanto fosse importante Maria nella mia vita"; "Ringrazio il Signore che mi ha dato un cuore e una mente sensibile da poter cogliere (ma non sempre) quello che Lui cerca di dirmi e soprattutto lo ringrazio perché mi parla"; "Prima di tutto ho detto a Gesù, anche se con un po' di dolore dentro, da quando l'ho scelto ho detto che avrei accettato di fare tutto quello che Lui mi avrebbe chiesto"; "Ma non posso non ringraziarti per essere stato così presente ieri sera in cappella. Finalmente ho avuto il coraggio di guardarti in faccia e di vedere che i tuoi occhi sono pieni di amore per me. Ho colto la tua presenza, come se mi tenessi in".

Stranamente, o misteriosamente, l'annotazione sul Diario si ferma qui, non è chiaro se perché Santa non ha voluto o non ha potuto continuare (39).

Un linguaggio intessuto di Sacra Scrittura

Il linguaggio, pur senza darlo troppo a vedere, data la sua apparente semplicità, è complessivamente sempre più biblico: ho contato oltre 130 citazioni (di cui una trentina dall'Antico Testamento, le altre dal Nuovo), ma il numero potrebbe essere molto più alto se si considerassero le tante espressioni che sono bibliche non nella lettera ma nella sostanza.

Dall'Antico Testamento, riguardo al tema della chiamata, ci sono riferimenti ad alcune figure o situazioni o immagini-simbolo:

- Giacobbe e la sua lotta con Dio (Gen 32, 23 sgg.);
- la vocazione di Samuele (I Sam 3,1 sgg.);
- la "sposa" di Osea: "Io l'attirerò nel deserto" (Os 2,16);
- il fuoco (potrebbe essere, ad es., quello del roveto ardente (Es 3,2); l'acqua (come quella della cerva assetata, Sal 41,2).

Abbiamo, poi, soprattutto citazioni dai profeti e, ancor più, dai Salmi, che divengono sua naturale, spontanea preghiera.

Dai profeti, oltre le già ricordate parole di Osea (Os 2,16), che ricorrono più volte, abbiamo espressioni come:

- "I progetti del Signore sono diversi dai nostri" (cfr. Is 55, 8-9); "chiamare per nome" (cfr. Is 49,1);
- la "tenerezza di Dio" (cfr. Os 11,3-4);
- "amata sin dall'eternità, pensata da sempre" (cfr. Ger 1,5);

Tra i Salmi che compaiono direttamente (anche tra virgolette) o indirettamente ricordati, troviamo:

- Salmo 17 ("Ti amo Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza", preghiera molto frequente di Santa);
- Salmo 27 ("A te grido, Signore; non restare in silenzio, mio Dio, perché, se tu non mi parli, io sono come chi scende nella fossa", e tanti altri Salmi si potrebbero citare che parlano del "silenzio di Dio", che Santa tante volte sperimenta);
- Salmo 39 ("il Signore su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido... Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio... Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero");
- Salmo 41 ("L'anima mia ha sete del Dio vivente");
- Salmo 62 ("di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia anima come terra arida senz'acqua");
- Salmo 97 ("Il Signore compie prodigi");
- Salmo 123 ("Come gli occhi dello schiavo sono fissi negli occhi della padrona", che Santa applica a Maria: "Praticamente ho intuito che io devo tenere fissi i miei occhi in quelli dell'Immacolata, perché solo Lei può indicarmi il lavoro giusto da fare... cercando di non distogliere mai il mio sguardo da quello della 'Padrona'");
- Salmo 129 ("Signore ascolta il grido che viene dal profondo della mia anima");
- Salmo 138, la preghiera più frequente ("Signore tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo... Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio... i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno": si sente amata dal Signore, prodigio del suo amore, amata da sempre, ed è il suo canto di gioia e di gratitudine: "Non ti stancare di amarmi e di chiamarmi ogni giorno con voce più melodiosa... perché sei Tu che, ogni giorno, prima che io mi svegli, mi hai già scelta e mi chiedi di sceglierti", espressione che ricorda, ancora, il Cantico dei cantici).

"Praticamente ho intuito che io devo tenere fissi i miei occhi in quelli dell'Immacolata, perché solo Lei può indicarmi il lavoro giusto da fare..."
(Santa Scorese)
[Icona mariana nella Chiesa Madre di Palo del Colle]

Riferimenti ci sono, infine, al libro di Giobbe ("Dio permette le tentazioni", cfr. Gb 1,12; 2,6); e al Cantico dei cantici, che, dice Santa, "è la dichiarazione del tuo amore".

Dal Nuovo Testamento le citazioni più numerose riguardano il "fare la volontà del Padre":

- con le parole di Gesù nel Getsemani: "Padre, se è possibile passi da me questo calice, ma non la mia, ma la tua volontà sia fatta" (Mc 14,36),
- che sono anche nel Padre Nostro: "Sia fatta la tua volontà" (Mt 6,10),
- o con quelle di Maria all'annuncio dell'Angelo: "Sia fatto di me secondo la tua parola" (Le 1,38);
- numerosi sono anche i riferimenti ai passi in cui si parla della Provvidenza divina: "Guardate gli uccelli del cielo... guardate i gigli del campo... non affannatevi..."; che siamo per il Signore "gioielli preziosi" (cfr. "voi valete più di molti passeri"); "il Signore sa di che abbiamo bisogno" (cfr. Mt 6,25 sgg.);
- ritorna su G.A.: sull'abbandono da parte dei discepoli (Mt 26,56); sul rinnegamento di Pietro (Mt 26, 69 sgg.);
- ancora, e sempre più, fa riferimento a Maria, alla sua disponibilità a dire sì (Lc 1,38); alla sua disponibilità verso gli altri (visita ad Elisabetta, Lc 1,39 sgg.); al canto del Magnificat (Lc 1,45 sgg.).
- alla sua partecipazione alle sofferenze del Figlio, stando sotto la croce (Gv 19,25);
- alla sua maternità universale (Gv 19,26).

Sono espressioni e fatti del Vangelo su cui Santa aveva sempre riflettuto, ma che ora tornano con maggiore insistenza e sono entrati profondamente nella sua umanità: non modelli esterni con cui confrontarsi, ma realtà interiorizzate e diventate carne.

Nuovi elementi di riflessione, di preghiera, di vita, in armonia e continuità con quelli già considerati, sono prima di tutto quelli riguardanti la vocazione e la sequela:

- "dare la vita" (Mt 16,25);
- "prendere la croce" (Mt 16,24);
- "lasciare tutto" (Mt 19, 27);
- "lasciare il padre e la madre" (Mt 19, 29);
- "chi mette mano all'aratro e poi si volge indietro..." (Lc 9,62); "chi ama suo padre e sua madre più di me non è degno di me" (Mt 10,37);
- "molti sono i chiamati, pochi gli eletti" (Mt 20,16);
- lasciando tutto per seguire il Signore si ha "il centuplo" (Mt 17,29): "ognuno avrà la sua giusta ricompensa" già su questa terra, e Santa lo auspica anche per i suoi genitori e per chi le sta accanto e le vuole bene;
- passare per la "porta stretta" (Lc 13,24);
- si sente "piccola", tra i "piccoli che capiscono le cose di Dio" (cfr. Lc 10,21);
- "io devo diminuire e lui deve crescere" (Gv 3,30);
- "a nulla serve guadagnare il mondo, se si vende l'anima" (Mt 17,26);
- "amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima..." (Mt 22,37);
- "amare i nemici" (Le 6,35);
- "quando parleranno male di voi, lo hanno fatto prima con me che con voi" (Mt 5,11);
- il Signore ci ha comandato di "evangelizzare" (Mc 16,15); "il Signore è con noi fino alla fine" (Mt 28,20).
- Dio "permette le tentazioni": oltre che il libro di Giobbe, Santa ha certamente presente anche le tentazioni affrontate da Gesù (Mt 4,1 sgg.) e la parola dell'apostolo Paolo (I Cor 10,13).
- Il Signore permette al diavolo, a Satana, di metterci alla prova; Santa ha chiara coscienza del mistero di iniquità che opera nel mondo; avverte forte l'ostilità del demonio proprio nei momenti più belli: "In questi giorni sto vedendo come il diavolo lavori perché vedo quanto il mondo cerchi di prenderti nelle sue grinfie", "Davvero il diavolo non si rassegna!! In questo periodo le tentazioni sono tante". Vede nel maniaco che la perseguita e che l'aggredisce un indemoniato: "Oggi ripensavo alla scena di ieri e mi ritornavano in mente le parole di quel lurido maniaco e veramente mi sembrava di vedere Satana che tenta": lo definisce 'maiale', come gli indemoniati di Gerasa che Gesù aveva mandato nei porci (Mc 5,11 sgg.).

Ma Dio è "Dio di misericordia" (Lc 6,36), che ama il "perdono" (40) (Mt 18,21-22), che "ci cerca", come la pecorella smarrita (Mt 18,12 sgg.), che è croce, ma anche risurrezione (nelle predizioni della passione Gesù fa sempre riferimento anche alla risurrezione, cfr., ad es., Mt 17,22); come Paolo vuole farsi "imitatrice (lei dice "mimo") di Gesù" (I Cor 11,1); come Paolo vuole "completare la passione del Signore con le sue sofferenze" (Col 1,24).

Note:

27. Cfr. Sal 62: "Ha sete di te, Signore, l'anima mia".
28.
Cfr. Sal 103: "Se togli loro il tuo spirito muoiono".
29.
Cfr. Sal 138: "Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio... I miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno".
30.
Ancora in un biglietto di auguri, datato 9 giugno 1990, troviamo una invocazione trinitaria: "Lo Spirito che viene dal Padre rivela la gloria di Cristo Signore, alleluia! Auguri! Santa" (v. Lettera XXXII).
31.
Cfr. Gen 32,23 sgg.
32.
Cfr. Mc 14,36.
33.
Cfr. Mt 26,40.
34.
Cfr. Mt 26,69 sgg.
35.
Cfr. Mt 14,22.
36.
Cfr. Sal 17,3.
37.
Cfr. Sal 15,2.
38.
Cfr. Mt 6,28.
39.
La pagina è del 4 giugno 1989. In una lettera a Carmencita Picaro del 6 giugno 1989 ne parla ancora e qui completa il pensiero: "Ho fatto un'esperienza fortissima di Dio, della sua presenza. È stato difficile guardarlo negli occhi e riconoscere i miei fallimenti, ma poi ho sentito il suo Spirito che aleggiava su di me, come se mi tenesse in un caldo abbraccio rassicurante".
40. Sul tema del perdono molto bella la Lettera (XXIV) del 28 luglio 1989 ad Isa Caputo, piena di riferimenti scritturistici.

Seconda parte Parte quarta

E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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